Dati negativi per Napoli e Caserta, dalla elaborazione dati Ufficio Studi CGIA su dati UIF-Banca d’Italia, in tema di riciclaggio. In un anno, periodo 2019.2020, Napoli e Caserta sono infatti tra le città italiane dove maggiormente si è verificata la segnalazione di casi sospetti: Napoli è al terzo posto, con 9698 casi ed un incremento di 1347 rispetto al 2019; Caserta al quinto con un incremento di 328 casi con un dato complessivo riferito al 2020 di 2261 segnalazioni. Queste le prime posizioni, con i dati dei due anni analizzati e il relativo incremento:
(2019 – 2020 – variazione ultimo anno – variazione perc. ultimo anno – ogni 200 mila abitanti)
– Prato 888 905 +17 +1,9 352,0
– Milano 10.956 10.817 -139 -1,3 331,3
– Napoli 8.351 9.698 +1.347 +16,1 319,6
– Roma 9.037 12.669 +3.632 +40,2 297,9
– Caserta 1.933 2.261 +328 +17,0 247,5
Oltre 176 mila le imprese italiane con crediti in sofferenza, quindi “schedate” presso la Centrale dei Rischi della Banca d’Italia come insolventi. Impossibile per loro accedere a prestiti erogati dalle banche e dalle società finanziarie. Escluse anche dal “decreto Liquidità”. “Scivolare tra le braccia degli strozzini – sostiene la Cgia – è assai probabile, da qui la necessità di incentivare il ricorso al “Fondo per la prevenzione” dell’usura. Uno strumento presente da decenni, ma poco utilizzato, perché sconosciuto ai più”.