I dati relativi allo screening sulle scuole appaiono confortanti: meno dello 0,4 per cento positivi, addirittura si dello 0,33. Su di 10.590 test antigenici effettuati i positivi al tampone molecolare, sono stati appena 35. Nel darne notizia, l’unità di crisi fa sapere che a partire da mercoledì 25 novembre 2020 è consentito il ritorno a scuola in presenza “per i servizi educativi e la scuola dell’infanzia, nonché per la prima classe della scuola primaria“, ma… ma… ma! “Fatta salva l’adozione di misure restrittive da parte dei Comuni in relazione all’andamento epidemiologico nel singolo contesto territoriale”.“ E siccome in Italia l’abitudine è ormai quella di procedere in ordine sparso, in moltissimi comuni le scuole non riapriranno. Per carità sarà anche un provvedimento che i sindaci hanno adottato a ragione veduta, ma ci si chiede: che senso avrebbe riaprire il 4 o 9 dicembre per poi richiudere per le festività natalizie? Non sarebbe stato meglio riaprire con le dovute precauzioni e, quindi, con i dovuti controlli? Ecco di seguito alcuni dei comuni, suddivisi per province dove i sidnaci hanno deciso per la non riapertura. In alcuni casi si tratta di una decisione presa già prima che l’Unità di crisi regionale si esprimesse:
Napoli: Torre Annunziata, Glugliano, Afragola, Bcoli, Sa, Giorgio a Cremano, Pozzuoli, Cardito, Afragola e a Caivano, Grumo Nevano
Salerno: Castellabate, Eboli, Castel San Giorgio, Fisciano, Siano, Battipaglia, Giffoni Valle Piana, Vietri sul Mare, Baronissi, Tramonti e San Valentino
Caserta: Caserta, Aversa, Maddaloni, Santa Maria Capua Vetere, Marcianise, Capua, Mondragone, Castel Volturno, Cellole, San Marco Evangelista, San Nicola la Strada, San Felice a Cancello, Santa Martia a Vico, Arienzo, Cervino, Casal di Principe, San Cipriano, Villa Literno, Villa di Briano, Casapesenna, San Marcellino, Frignano, LuscianoTrentola Ducenta.
Anche nelle altre due province, da Ariano Irpino a Montesarchio, molti i sindaci che hanno deciso per la non riapertura.
