Le note del ‘Silenzio’ e la deposizione di una corona in memoria dei caduti nella strage, adagiata tra i ruderi della chiesetta di San Martino a Monte Sole. E’ iniziata così la visita del presidente della Repubblica italiana e di quello della Repubblica federale tedesca, Sergio Mattarella e Frank-Walter Steinmeier sull’Appennino bolognese, in occasione delle celebrazioni ufficiali, a Marzabotto, dell’80/o anniversario della strage compiuta dalle truppe naziste guidate dal maggiore Walter Reder tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944 e che causò la morte di 770 civili tra cui donne, bambini e anziani nei territori tra i comuni di Marzabotto, Grizzana Morandi e Monzuno. “Grazie per essere venuti qui oggi e per aver onorato i nostri cari che non ci sono piu”. Con la voce incrinata dalla commozione Anna Rosa Nannetti, una dei sopravvissuti alla strage del Monte Sole, ha salutato così Mattarella e Steinmeier, dopo la commemorazione. Parole alle quali il Presidente tedesco Steinmeir ha risposto dicendo “grazie della vostra generosità e per la vostra accoglienza”.

I due presidenti sono stati accompagnati a Monte Sole dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Per il Capo dello Stato è la seconda visita a Marzabotto: nel 1992, da poco rieletto parlamentare alla Camera, fu relatore ufficiale durante la commemorazione del 48/o anniversario degli eccidi. L’ultima volta che un presidente della Repubblica italiana si è recato ufficialmente nei luoghi degli eccidi insieme a un presidente della Repubblica federale tedesca era il 2002, quando, qualche giorno prima del 25 aprile, Johannes Rau, il presidente tedesco, decise di salire a Monte Sole insieme all’allora presidente italiano, Carlo Azeglio Ciampi.

“Da mio nonno Augusto Marchioni, che qui a Monte Sole ha perso due figli e la moglie, ho imparato il valore del perdono”. A dirlo è stato Pietro Macchioni, nipote di don Ubaldo Marchioni, uno dei sacerdoti morti nella strage di Monte Sole all’età di 26 anni, per il quale in Vaticano è in corso il processo di canonizzazione.
“Mio nonno Augusto, invece, si è salvato perché un militare tedesco gli chiese di uscire e prendersi cura di alcuni animali che erano liberi qui vicino”. Molto peggio è andata al giovane sacerdote che “il 29 settembre di 80 anni fa ha raggiunto la chiesa a Monte Sole per dare la comunione ai bambini. La chiesa era piena e mai avrebbero pensato che i tedeschi potessero venire a prenderli proprio in quel logo sacro, invece li hanno uccisi tutti”. “Mio zio è stato sepolto con i suoi parrocchiani al cimitero di Casaglia”, racconta Pietro Marchioni e “quando il Maggiore Reder, responsabile dell’eccidio, chiese la grazia, mio nonno votò per il perdono. Mi disse ‘I miei tanto non me li ridarà nessuno. I tedeschi si sono accanito contro di noi perché ci odiavano, ma se noi iniziamo ad odiare diventiamo come loro'”.

“Oggi, 80 anni fa la strage nazista, con l’attiva collaborazione dei fascisti, a Monte Sole, nei territori di Marzabotto, Grizzana Morandi e Monzuno: 770 vittime. La più efferata d’Europa nel corso della seconda guerra mondiale. Oggi questa memoria è dell’Italia intera, la storia oggi interroga tutte le coscienze, chiede vigilanza, partecipazione democratica, senso di responsabilità per il presente e il futuro. Il nazi-fascismo ha distrutto milioni di vite, calpestato i diritti umani, criminalizzato, torturato e insanguinato il dissenso, segnato vergognosamente il mondo. E allora, mai più. Tutti con e per la Costituzione, faro e guida di civiltà, democrazia, diritti. Antifascismo, in una parola”. Lo affermano in una nota il presidente nazionale dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo, e quella di Bologna, Anna Cocchi.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui