Una troupe del Tg3 è stata aggredita in Libano, vicino a Sidone. L’autista locale ha avuto un infarto ed è morto. Lo ha denunciato lo stesso telegiornale nell’edizione delle 12 riportando il racconto dell’inviata Lucia Goracci. “Eravamo in un villaggio a nord di Sidone, sul luogo di un bombardamento di due notti fa”, racconta nel servizio del Tg3 la giornalista inviata in Libano, Lucia Goracci, riferendo dell’aggressione subita dalla sua troupe, durante la quale è morto d’infarto l’autista. L’inviata sottolinea come la loro presenza fosse stata segnalata e la troupe stesse riprendendo il viaggio “senza problemi, la gente ci parlava”. Poi “è spuntato un uomo, che ha aggredito l’operatore Marco Nicois, tentando di strappargli la telecamera”, spiega Goracci. “Abbiamo protetto Marco, ci siamo allontanati in fretta, sono arrivati altri che hanno provato a spintonarci, a spintonare l’auto. Siamo andati via veloci in auto, ma quest’uomo ci stava seguendo e quando l’autista si è fermato ad un distributore, ormai eravamo fuori dal Paese, ci è venuto addosso, ha strappato le chiavi, ha tentato di distruggere la telecamera mentre nessuno ci veniva in aiuto”. L’autista, che cercava di spiegare e convincere gli aggressori, “è mancato, caduto in terra -ricorda la Goracci- Siamo corsi in ospedale e ci hanno detto che era morto dopo lunghi tentativi di rianimarlo. Non abbiamo parole per descriverne la profondità umana e la grande dolcezza”.

L’Idf annunciato l’inizio di un’operazione di terra “limitata” nella parte occidentale del Libano meridionale e ha fatto sapere di aver eliminato a Beirut un comandante di Hezbollah, Suhail Hussein Husseini, che aveva un ruolo centrale nello scambio di armi con l’Iran.

Il notiziario libanese Al Mayadeen, ripreso dal Guardian, riferisce che Israele ha effettuato 26 attacchi aerei nella periferia meridionale di Beirut nelle ultime 24 ore. Il bilancio dei morti a Gaza è salito a quota 41.965, di cui 56 nelle ultime 24 ore: lo ha reso noto il ministero della Sanità di Hamas. I feriti sono 97.590, secondo la stessa fonte.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità(Oms) ha lanciato l’allarme per le epidemie in Libano a causa del sovraffollamento nei rifugi per sfollati e della chiusura degli ospedali. “Stiamo affrontando una situazione in cui c’è un rischio molto più elevato di epidemie, come diarrea acquosa acuta, epatite A e una serie di malattie prevenibili con vaccino”, ha riferito Ian Clarke, vice responsabile degli incidenti per il Libano dell’Oms alla Reuters, in una conferenza stampa a Ginevra tramite collegamento video da Beirut. L’organizzazione Onu ha già avvertito che il sistema e’ sovraccarico: finora cinque ospedali nel Paese hanno chiuso e quattro sono solo parzialmente funzionanti.

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