Higuain rimane in tribuna, ma nonostante l’assenza del pezzo pregiato del mercato, il Napoli di Benitez dimostra di avere già imboccato la strada giusta. Gli azzurri battono il Galatasaray nettamente per 3-1 e soprattutto dimostrano di avere già un impianto di gioco funzionale e concreto. Rispetto allo scorso anno si vede che il sistema tattico è cambiato, ma i partenopei hanno il merito di sapere indifferentemente utilizzare le ripartenze – come avveniva lo scorso anno – e l’offensiva manovrata, cosa che con Mazzarri non riusciva quasi mai.
Le caratteristiche dei trequartisti sono tali da mettere la squadra in condizione di farsi vedere a ripetizione in area di rigore. Quando uno dei tre che giocano alle spalle di Pandev è in possesso del pallone, gli altri due si fiondano insieme in area di rigore, facendo densità ed affiancando la punta in modo tale da mettere in difficoltà la difesa avversaria. Altra nota positiva è il portiere Rafael, autore di due o tre interventi sicuri che lo fanno diventare in pochissimo tempo un beniamino dello stadio. Storia a sè merita la vicenda Zuniga. Il colombiano viene preso di mira sin dall’ingresso in campo delle squadre e subissato di fischi a causa del suo vero o presunto desiderio di accasarsi con la Juventus.
Quando Benitez, al 23′ della ripresa, lo manda coraggiosamente in campo, accade qualcosa di imprevedibile. Zuniga con uno spunto irresistibile si fa trovare davanti a Muslera, lo supera con un dribbling ed insacca. Lo stadio si divide: metà lo applaude e l’altra metà lo fischia. Poi accade l’incredibile: i tifosi fanno partire il coro ‘Chi non salta juventino è’ ed il colombiano comincia a saltellare, accompagnato da un boato di approvazione del pubblico. La scena si ripete altre volte ed anche a fine partita Zuniga saltella prima di scendere negli spogliatoi. Un modo davvero originale per fare la pace.