Si presenta con le braccia tese verso Napoli Rafa Benitez, con l’entusiasmo di chi non vede l’ora di cominciare a gioire insieme ad un popolo che vive di calcio e ama la sua squadra. Lo spagnolo ha puntato diritto al cuore dei tifosi, consapevole dell’arma in più che possono rappresentare. Tuttavia, sarà il campo a dire se Benitez porterà il Napoli ancora più su, superando barriere che ad un certo punto sembravano invalicabili per la vecchia gestione. Intanto don Rafè spazza subito via alcuni vecchi tabù di casa Napoli.

Via le gerarchie che esaltano i titolari ma logorano le seconde linee. Benitez vuole competizione, perfino tra i pali dove è in arrivo Rafael, brasiliano del Santos erede di Julio Cesar. E’ il segnale di una campagna acquisti che guarda soprattutto fuori dallo stivale, dove non si gioca più il miglior calcio del mondo. Orizzonti più ampi per scegliere gli uomini giusti, senza farsi condizionare dall’esperienza in campo italiano che ha pesato fin troppo negli ultimi anni. Una barriera abbattuta che gioverà anche a Bigon, il cui lavoro era fin troppo limitato dai paletti geografici che uniti a quelli economici, rendevano molto arduo il suo lavoro limitandolo spesso a pochi nomi.
Non a caso Benitez ha già avuto parole dolci per il ds e il suo staff, impegnato in queste ore ad intavolare trattative per portare a Napoli gli uomini graditi al mister. Cambiamenti che riguardano non solo il mercato e la gestione del gruppo, ma anche il campo. Benitez, come tutti gli allenatori, ha le sue preferenze tattiche (4-2-3-1 o 4-4-2) ma le sue squadre non devono essere schiave di un determinato modulo. Contano gli equilibri, afferma don Rafè, non i moduli. Sarà un Napoli meno rigido a vecchie regole, a tabù insuperabili che ad un certo punto sembravano limitare il percorso di crescita del club. Sarà un Napoli forte, rassicura Rafa senza paura di esporsi troppo. Lui ha le spalle larghe, non teme il confronto inesorabile dei risultati del campo, da sempre giudice sovrano. Giura che sarà un Napoli competitivo con o senza Cavani, che spera di trattenere alle falde del Vesuvio.
Il Matador, che negli ultimi tempi non perde mai l’occasione di ricordare le sue ambizioni, rischia di condizionare il mercato azzurro. Gli interventi dei familiari stanno dando un tono grottesco alla vicenda che può risolversi soltanto pagando la clausola che lui stesso ha firmato. I calciatori hanno la necessità di studiare un pò di diritto perché contratti, clausole, diritti d’immagine, fanno parte della loro professione. E’ importante sapere che firmare un accordo non significa soltanto mettere le proprie tasche al sicuro per qualche anno. Napoli inizia a lanciare segnali di insofferenza alle continue e ripetitive dichiarazioni dell’uruguaiano. Il Matador ha dato tanto agli azzurri, ma anche Cavani è diventato tale grazie a Napoli e ai napoletani.

 

Marcello Pelillo

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