Ritmo serrato per la Commissione Disciplinare. Dopo il caotico finale con cui ieri si è conclusa la quattro giorni di dibattimento del processo al Calcioscommesse, anche oggi si lavora sulle sentenze. Sono 31 le posizioni che l’organo presieduto da Sergio Artico deve valutare in camera di consiglio: sei club (anche se l’Ancona è nel frattempo fallito) e 25 tesserati.

Molti meno dei 58 deferimenti iniziali, dato che in tanti hanno preferito patteggiare (7 società e 20 tesserati), ma comunque un numero importante per le due sub-commissioni che stanno lavorando alle sentenze – una al procedimento basato sugli atti di Cremona, l’altra a quello di Bari – e che dovranno poi tarare le pene inflitte, uniformando il giudizio per entrambi i processi che si sono svolti nei giorni scorsi all’ex Ostello della Gioventù del Foro Italico. Delicate le situazioni di Lecce e Grosseto che potrebbero salutare la Serie B, ed essere retrocessi in Lega Pro. Per i salentini si tratterebbe di un doppio salto all’indietro dopo la retrocessione rimediata nell’ultimo campionato di Serie A. Rischia una penalizzazione di 4 punti il Novara, che si sommerebbero al -3 che la Corte di Giustizia federale ha confermato neanche un mese fa. Potrebbe invece evitare di partire con un handicap in classifica il Bologna. Il Procuratore federale ha chiesto per il club felsineo 2 punti e 50mila euro d’ammenda, ma la società se la potrebbe cavare soltanto con una multa se la Disciplinare deciderà di derubricare l’illecito contestato al difensore Daniele Portanova in un’omessa denuncia e proscioglierà l’ex capitano Marco Di Vaio. Mentre l’Udinese (Palazzi ha chiesto per i friulani un’ammenda di 50mila euro) potrebbe anche essere scagionata se il suo ex centrocampista, Simone Pepe, oggi alla Juventus, dovesse evitare la condanna per omessa denuncia. Non ci sono elementi probatori, se non la testimonianza dell’ex capitano del Bari Andrea Masiello, che dimostrino la telefonata fatta da un altro ex barese, Salvatore Masiello, per cercare di combinare Udinese-Bari del 9 maggio 2010. E ieri, a mettere in dubbio la credibilità del ‘pentito’ Masiello e a far vacillare pericolosamente l’impianto accusatorio di Palazzi, c’ha pensato proprio l’avvocato di Pepe, Luigi Chiappero, nella veste anche di legale di Leonardo Bonucci. Il difensore della Juve, è stato coinvolto nel vortice proprio da Masiello, suo ex compagno al Bari. La partita è sempre la stessa: Udinese-Bari, cambia però la richiesta – 3 anni e 6 mesi contro un anno di stop per Pepe – perché a Bonucci è stato contestato l’illecito sportivo. Chiappero e Gian Pietro Bianchi, l’altro legale del difensore, in aula hanno messo in difficoltà Palazzi che ha cercato di trovare fino all’ultimo un’intesa per il patteggiamento con i due bianconeri. Un loro proscioglimento, infatti, sarebbe una sconfitta mediaticamente rilevante per il Procuratore, anche se gran parte delle sue richieste saranno confermate dalla Disciplinare. Senza dimenticare che tra queste c’é anche quella di 15 mesi di stop che pende sul tecnico della Juventus, Antonio Conte e sul suo vice, Angelo Alessio. Tra mercoledì e venerdì le sentenze poi via ai ricorsi.

 

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