Tocca a Edinson Cavani chiudere per sempre il mitico Rasunda Stadion. All’ultimo secondo, all’ultimo respiro, il Matador regala al Napoli la qualificazione matematica ai sedicesimi di finale di Europa League, procurandosi prima e trasformando dopo un calcio di rigore. Subito dopo il gol di Cavani, il fischio finale dell’arbitro fa calare il sipario sullo stadio dove ai mondiali del 1958 il Brasile sconfisse la Svezia in una storica partita, con un debuttante Pele’ protagonista assoluto.

La gara e’ di scarso livello tecnico, giocata su un terreno di gioco pessimo che sfavorisce i piu’ dotati, cioe’ gli azzurri. L’AIK e’ un complesso modesto che fa dell’agonismo e della tenuta atletica le uniche sue armi. Ma non e’ troppo poco per infastidire un Napoli che dimostra tutti i suoi limiti quando non gioca con gli undici titolari al loro posto. L’AIK spinge sull’onda quasi esclusivamente dell’impeto agonistico davanti al quale ilNapoli cede metri e posizioni. La squadra di Mazzarri non riesce a mantenere in mano il pallino del gioco se non per pochi secondi. Quando le azioni del Napoli superano la fascia centrale del terreno di gioco, i centrocampisti difensivi ed i difensori svedesi riescono a prendere il sopravvento sugli avversari. Vargas e’, come al solito, impalpabile e non e’ mai in grado di trattenere la sfera tra i piedi quel tanto che basterebbe per far salire i compagni di squadra. Cavani si sfianca in un lavoro gravoso ma anche quando si sostituisce ai compagni di squadra e va a prendersi il pallone a centrocampo non trova poi punti di riferimento avanzati per far proseguire l’azione. Il Napoli trova il gol nell’unica circostanza nel corso del primo tempo in cui l’azione scorre fluida. Dzemaili serve sulla sinistra Cavani il quale entra in area e piazza il pallone davanti alla porta. Sulla ribattuta del portiere lo stesso Dzemaili, che aveva seguito l’azione fino in fondo, insacca. Esempio unico e raro di praticita’ e pragmatismo. Dopo il gol la pressione degli svedesi continua a crescere ed in piu’ di un’occasione la difesa ballerina del Napoli ondeggia paurosamente. Le azioni che nascono da calci da fermo fanno accapponare la pelle. Il pallone schizza da una parte all’altra dinnanzi ai pali di Rosati e sembra che da un momento all’altro possa accadere l’irreparabile. Ed infatti l’AIK trova il gol con un’azione in cui la retroguardia azzurra si distrae clamorosamente consentendo a Lundberg di trovare appena dentro l’area di rigore uno smarcatissimo Danielsson. Quest’ultimo devia di testa con una conclusione a parabola e ad effetto. Rosati e’ inspiegabilmente fermo e la sfera s’insacca sotto la traversa. Nella ripresa Mazzarri inserisce tre titolarissimi come Inler, Zuniga ed Hamsik e la squadra riesce a tenere meglio il campo. Vargas crea anche un pericolo per gli svedesi ma complessivamente la gara e’ noiosa e con pochi sussulti. A cinque minuti dalla fine un clamoroso errore tecnico dell’arbitro che espelle Aronica per un fallo su Bangura che non e’ sicuramente da ultimo nuomo, restituisce un po’ di pepe alla partita. Alla fine poi ci pensa Cavani a regalare la vittoria alla sua squadra. Un successo importante perche’ con la qualificazione acquisita e con il primo posto impossibile da raggiungere, in occasione dell’ultima partita al San Paolo con il PSV, Mazzarri potra’ finalmente sfogarsi con un turnover totale senza pericoli e senza polemiche.

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