La Fifa chiede un’indagine, interviene anche la Ue sottolineando che non si ammette razzismo, la politica continua a invocare il passo indietro ma lui non molla: “Le leghe stanno con me, vado avanti”. Il caso Tavecchio diventa internazionale: la frase su stranieri e banane, pronunciata dal candidato alla presidenza della Figc, continua a far discutere. Tanto, al punto che si scomoda anche la federazione guidata da Blatter che ora chiede un’indagine alla Figc per fare luce sui “presunti commenti razzisti da parte di uno dei candidati alla presidenza”. Si allinea anche l’Unione europea che plaude all’iniziativa della Fifa sottolineando che “razzismo e discriminazioni non hanno posto nel calcio”. La candidatura di Tavecchio però non sembra vacillare più di tanto: il fronte dei sì prima compatto un po’ scricchiola, ma non si sfalda. Perché se è vero che dopo il ritiro del sostegno da parte della Fiorentina che ha fatto da apripista, a seguire i viola finora sono solo il Cesena e in parte la Samp che chiede alla Lega “di rivedere la scelta del candidato”, i grandi ‘elettori’ continuano a fare quadrato intorno a Tavecchio. Dal Milan, tra i primi sostenitori insieme alla Lazio di Claudio Lotito, nessun dietrofront: “Confermiamo assolutamente l’appoggio a Carlo Tavecchio. E’ dipinto come razzista per quella che è stata una battuta certamente infelice, ma noi conosciamo quanto di bene ha fatto” le parole dell’ad rossonero Adriano Galliani. La corsa comunque alla poltrona più importante di via Allegri prima scontata adesso diventa più vivace: e lo sa lo sfidante Demetrio Albertini, sostenuto solo da assocalciatori e assoallenatori, ma che in queste ore dopo la gaffe di Tavecchio ha visto crescere se non il consenso elettorale almeno le simpatie. ”La sua frase si commenta da sé, ci ha messo in difficoltà a livello internazionale” il commento dell’ex centrocampista del Milan e della nazionale sul caso ‘stranieri e banane’. “Ho fatto un’uscita infelice, ho sbagliato. Mi dispiace e mi sono scusato – ha ribadito Tavecchio -, ma posso dire, con arroganza, che per il mio vissuto pochi hanno fatto quello che ho fatto io per il Terzo mondo. Mi sono trovato protagonista delle prime pagine più del Papa e della guerra in Palestina, non sono abituato”. Per ora i club stanno con lui: Lugaresi del Cesena chiede il “libera tutti” nel voto, la Juve nella persona di Marotta insiste che “Tavecchio per noi è inadeguato e il fronte si sta spaccando”, ma il timore di arrivare all’assemblea dell’11 agosto con il rischio commissariamento è lo spauracchio che tutti vorrebbero evitare. Certo è che se dovesse venir meno quello che ancora oggi appare come un consenso massiccio a Tavecchio, l’ipotesi commissario non sarebbe più remota. Intanto la Figc deve rispondere alla Fifa che ha sollecitato l’indagine: “i resoconti dei media in relazione a presunti commenti razzisti da parte di uno dei candidati alla presidenza della federazione italiana hanno allertato la Task Force della Fifa contro il razzismo e la discriminazione”. La Figc risponderà entro i termini stabiliti (il 31 luglio) con una informativa nella quale esporrà i fatti e, come ha detto il presidente dimissionario Giancarlo Abete, verranno allegate le comunicazioni che Tavecchio farà pervenire in federazione. “Non è un’inchiesta ma una valutazione, non si tratta di scoprire nulla” sottolinea Abete. Tavecchio, dopo l’attacco di Okaka, incassa il favore di un giocatore: il camerunense della Lazio, Joseph Minala si dice “grato a Tavecchio che mi ha aiutato quando sono arrivato dall’Africa e sono stato abbandonato da un procuratore. Non mi sento offeso dalle sue parole, i razzisti sono altri”. Il fronte della politica invece resta caldo: diversi esponenti del Pd invocano ancora il passo indietro, chi chiede l’intervento di Napolitano. Dalla Lega Nord il sostegno: Matteo Salvini (”è un’ipocrisia prendersela per una frase infelice”) e l’europarlamentare Mario Borghezio (”è vittima dell’ipocrisia radical chic”). A sostegno di Tavecchio anche l’Udc (”la sinistra strumentalizza, Malagò non ceda”. Il dibattito resta alto, e il caso continua a far discutere.

 

 

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