“Sfido chiunque a dire ‘io non ho avuto paura’”. Il sorriso di Cesare Prandelli non nasconde nervosismi, piuttosto è un modo sincero per sdrammatizzare quel lungo e silenzioso attimo sospeso tra sorpresa e spavento, vissuto da tutto l’aereo della nazionale: alle 18.20, quando il charter Alitalia stava scendendo tra le nuvole sopra Ginevra per l’atterraggio, all’improvviso un botto fragoroso, una luce forte e bluastra visibile dai finestrini. Era un fulmine, diritto sull’ala destra.
“La situazione è sempre stata sotto controllo”, ha rassicurato alla fine il comandante, Roberto Andolfato, che appena 10 minuti prima aveva segnalato alla nazionale il passaggio a poche centinaia di metri dalla cima del Bianco. In casi del genere, hanno spiegato i responsabili di bordo, l’aeromobile fa da parafulmine naturale, senza subire conseguenze, a parte lo choc sui passeggeri. E in effetti l’Airbus 319 in volo da Firenze con un centinaio di passeggeri a bordo – tra giocatori, staff federale e giornalisti – non ha mai perso l’assetto per la saetta, rimanendo ancora più stabile di quanto non fosse stato pochi minuti prima per effetto di piccole turbolenze meteo: ha attutito il colpo senza conseguenze, e pochi minuti dopo è atterrato tranquillamente, uscendo dalle nuvole sopra il cielo ginevrino.
“In 24 anni di volo, è la seconda volta che mi capita”, ammetteva però una delle hostess, mentre il responsabile di cabina spiegava l’accaduto agli azzurri, ancora seduti al loro posto dopo che le ruote avevano toccato terra. “Bello spavento all’arrivo”, l’immediato tweet di Marchisio. I commenti degli altri azzurri, tra loro, sono stati assai più espliciti. “Tremendo”, l’imprecazione di Buffon. “Che paura”, ha ammesso El Shaarawy. Colorito Diamanti, che ai compagni non ha nascosto di considerarla situazione da fifa pura, con effetti annessi, tranne poi stemperare tutto in un sorriso. Scherzi sulle cuffie calcate in testa da Balotelli, sempre isolato nel suo mondo. “Certo, la situazione non è stata piacevole: ma è tutto ok – ha poi detto, mezzora dopo, Prandelli – Non è la prima volta che mi capita, era successo altre due o tre volte: ma ammetto, così forte mai”. E poi, rivolto ad alcuni giornalisti presenti in aereo: “Ora tutti sorridenti, ma sfido chiunque a dire di non aver avuto un po’ di paura…”.