“Abbiamo giocato male, la nostra prestazione non è stata da squadra che lotta per un piazzamento Champions”. E’ ancora una volta Marek Hamsik ad ammettere le difficoltà del Napoli che ieri ha incassato il quarto pareggio consecutivo tra campionato ed Europa League. Il 2-2 con l’Empoli, il terzo pari di fila in campionato, il secondo in rimonta, mette a nudo i problemi di una squadra che rischia ora di scivolare al quinto posto. “Peccato aver perso la terza posizione”, sottolinea sul suo sito ufficiale il capitano azzurro che meno di due mesi fa garantiva che questo Napoli potesse ancora credere nello scudetto. Quelle di oggi sono invece parole di chi sa che la squadra ha bisogno di una scossa. Ma anche di chi sa di essere parte del problema. Il centrocampista slovacco, infatti, non si è mai realmente ritrovato dall’arrivo di Benitez e dopo l’infortunio della scorsa stagione, problemi forse di modulo, ma più probabilmente di sistema di gioco lo hanno limitato. Un sistema in cui Hamsik non riesce a trovare gli spazi per gli inserimenti micidiali che ne avevano fatto un pezzo pregiato del mercato europeo. E invece ieri è stato costretto a subire, con grande compostezza, i fischi di una larga parte del San Paolo, mentre una minoranza cercava di difenderlo con gli applausi: venerdì lo slovacco riceverà la cittadinanza sportiva napoletana in una cerimonia voluta dal presidente provinciale del Coni Sergio Roncelli al conservatorio di Napoli, un onore che lui accetterà consapevole di avere ancora tanto da dare al ‘suo’ Napoli. Il momento, però, è difficile. Benitez lo sa e ieri si è detto “il più arrabbiato” con la squadra che non mette in pratica le sue idee e non riesce a mostrare intensità, soprattutto nelle gare non di cartello. Un vulnus gravissimo che si ripercuote soprattutto sulla difesa che ha finora incassato dieci gol nei cinque match con Chievo, Palermo, Atalanta, Cagliari e Empoli, raccogliendo contro di loro la miseria di quattro punti. Un curriculum sicuramente non da terzo posto. Un curriculum di cui, in particolare tra i tifosi, molte responsabilità vengono addossate a Rafael, che non ha mai davvero mostrato lo smalto del portiere da grande squadra, limitandosi a gestire l’ordinario con pochissimi picchi. Poco per una piazza abituata negli ultimi anni prima a De Sanctis e poi al fuoriclasse Reina. E ieri ancora più stridente è apparso il paragone in campo con Luigi Sepe, il portiere azzurro prestato a destra e a manca (Pisa, Lanciano, Empoli) che nel finale ha negato il gol vittoria al Napoli compiendo due prodezze su Callejon e De Guzman. Proprio l’olandese potrebbe essere la carta fresca su cui Benitez vuole ora puntare, assieme a Zapata, anche se sarà difficile vedere dall’inizio un cambio di modulo con il colombiano e Higuain insieme in campo. Lui, Rafa, da domani penserà allo Slovan, cercando il primato nel girone per evitare ai sedicesimi le retrocesse dalla Champons League. I tempi in cui il Napoli se la giocava alla pari e batteva Arsenal e Borussia Dortmund sono lontanissimi, meglio non rischiare.