Il magic moment continua: anche la Juve due funziona, eccome, e scaccia i fantasmi della bestia nera Chievo, sottoponendolo a un autentico tiro a segno. Sembrava stregata, la porta di un Sorrentino straordinario, quando l’uomo di Londra ha di nuovo pensato a sistemare le cose.
È stata doppietta per Fabio Quagliarella, che adesso è difficile non considerare un top player, oltretutto dotato del potere miracoloso di non costare nulla, a prescindere dal fatto che i gol li sa fare, come ha confermato anche stasera. La cronaca. La Juve è partita subito a tavoletta, ma Sorrentino, già all’ottavo, aveva mandato messaggi chiari: un primo miracolo su Vucinic, un secondo al 29′ su Quagliarella da due passi, inframmezzati da un gol segnato da Vucinic ma giustamente annullato per fuorigioco del montenegrino.
Alla mezz’ora, il portiere ospite si ripete su Asamoah, dal limite; in chiusura è graziato da Marchisio dal dischetto. Ma i prodigi più clamorosi, il portiere li compirà nella ripresa: stoppa Chiellini che schiaccia sicuro di testa da tre metri e precede Quagliarella infilato da Vucinic che stava per ribattere in rete. Riuscirà perfino a smanacciare la stupenda girata di Quagliarella al 17′, che però finisce egualmente in gol.
Sbloccato il risultato, la Juve decide di chiuderla e poco dopo concede il bis ancora Quagliarella, infilato da Asamoah: è un gol fotocopia di quello del pari di Londra, soltanto che la palla aggira il portiere e non gli passa in mezzo alle gambe. La Juve di stasera porta a casa un sacco di belle notizie: oltre alla quarta vittoria consecutiva, mette in mostra il suo vestito di riserva. Pogba fa il Pirlo con grande autorevolezza (ha solo 19 anni), Giaccherini “settepolmoni” sfianca gli avversari fino alla fine, Lucio torna ad essere un giocatore di calcio di spessore, Quagliarella conferma di essere un centravanti super; Isla mostra le sue potenzialità notevoli, sia pure a tratti.
L’intercambiabilità di uomini e schemi era l’ultimo test a cui si sottoponeva la squadra di Conte-Carrera e le risposte sono state decisamente positive. Un uomo su tutti vale l’oscar del mercato: Asamoah, 22 di anni e di maglia, tutto forza, reattività, imprevedibilità, razionalità. Veramente un giocatore straordinario, come già a tratti sembrava essere nell’Udinese. E adesso che la Juventus si scopre anche non più così tanto Pirlo-dipendente, la competitività interna aumenterà e i risultati potrebbero essere lusinghieri. Carrera si è addirittura concesso il lusso di fare esordire Bandtner: un quarto d’ora per dimostrare di non essere affatto un bidone, anche se forse le sue caratteristiche non sono esattamente quelle ideali per l’attacco bianconero.
Il Chievo è partito spavaldo, con un 4-4-2 elastico e con giocatori pronti alle ripertenze, mobili e reattivi, ma senza Sorrentino avrebbe retto ben poco. Ha tentato di dare fastidio alla Juventus nel primo quarto d’ora, ma alla fine nel suo bilancio non ha nemmeno un tiro in porta contro l’inoperoso Buffon. Poteva bastare contro una avversaria meno tambureggiante della Juventus, ma di questi tempi i bianconeri non si arrendono nemmeno nelle serate che sembrano stregate. Chiamatelo carattere, chiamatela forza, di fatto però è un marchio di fabbrica bianconero, perché la vittoria interna d’esordio con il Parma è nata proprio così, anzi, con il peso psicologico di un rigore sbagliato sullo 0-0.