Doveva essere una rivoluzione, rischia di diventare una maledizione. L’ultimo guaio dello sfortunatissimo ritiro azzurro è l’infortunio di Andrea Barzagli. Il difensore rischia di tornare a casa, causa uno stiramento al polpaccio sinistro. Salterà sicuramente la prima con la Spagna, ma anche recuperarlo per le altre due partite sarebbe una vera e propria impresa. Per questo venerdì Cesare Prandelli deciderà se sostituirlo o correre il rischio. Ad appesantire la giornata di Coverciano, anche l’allarme poi rientrato, per Balotelli.
Calcio di destro e dolore, il ct che si avvicina, chiede, gli toglie il fratino e fa interrompere l’allenamento. Solo un affaticamento, chiarirà poi il medico azzurro, nessun dolore al ginocchio già sofferente. Molto più complicata la situazione di Barzagli, e dunque del cambio di assetto che Prandelli aveva previsto. Anche il giocatore salirà domani sull’aereo per Cracovia, il ct vuole aspettare fino all’ultima speranza prima di ricorrere alla sotituzione ammessa da Uefa. Doveva essere il giorno in cui l’Italia avviava la rivoluzione annunciata dal suo allenatore a Zurigo, dopo il tremendo ko con i russi. Ora devo andare sul sicuro, aveva detto Prandelli, preannunciando la retromarcia verso il 3-5-2 di matrice Juve. Un’inversione di rotta segno dell’allarme azzurro. Ma che doveva fare affidamento sui punti fermi della squadra campione d’Italia: Barzagli al centro, Bonucci a destra, Chiellini a sinistra. Unico dubbio, aveva confessato ai suoi collaboratori il ct, il recupero di quest’ultimo. E invece stamane al ritorno a Coverciano la sorpresa. Barzagli, ha spiegato il medico azzurro Enrico Castellacci, era uscito dal campo venerdì sera con un polpaccio indurito. Stamane a Firenze la risonanza ha fornito la diagnosi, dura: stiramento di primo grado al soleo del polpaccio. Un guaio pesante, simile a quello che tolse a Pirlo le prime due partite del Mondiale 2010. “E’ un muscolaccio, speriamo bene…”, l’amaro commento di Barzagli. Che ha sentito il dolore durante un allungo a 2′ dalla fine di Italia-Russia, quando si era già sullo 0-3. “Ma poteva anche andare peggio: non mi sembrava nulla, ne avessi fatto un altro non sarei qui…Comunque se il medico ci crede, io sono anche più fiducioso”. Il difensore Juve ci è già passato, ma era il polpaccio destro: gli costò 22 giorni di stop. “Vale la pena provare a recuperarlo – ha spiegato Castellacci – Se non ci riusciremo per la prima fase, valuteremo se è recuperabile per il prosieguo”. Date certe non è il momento di farne. Ma è un tipo di stop da 20 giorni (e in quel caso salterebbe le tre partite del girone) a rischio ricaduta. Per questo venerdì, a Cracovia, il giocatore sarà sottoposto a un nuovo esame. E a quel punto Prandelli deciderà se rischiare o chiamare un sostituto. Per le regole Uefa, c’é tempo fino alle 18 del 9 giugno, 24 ore prima della partita con la Spagna. E’ scattato il preallerta riserve: Astori è dato di ritorno dagli States, l’alternativa è Ranocchia. Ma anche De Rossi. Il romanista, sull’onda di quanto successo con Luis Enrique, è stato provato al centro della difesa a tre oggi da Prandelli. Lì dove si doveva piazzare Barzagli. O anche in coppia con Ogbonna, in una difesa a quattro. Emergenza vera e propria. Se non maledizione.