Correre, aggredire, concretizzare. Sta lavorando duro il Napoli per preparare la trasferta di Verona, un match che può fare davvero da spartiacque per la volata finale della stagione in cui il Napoli deve ancora capire se può legittimamente guardare davanti, all’inseguimento alla Juve, o guardarsi dietro, dall’incombente Milan.

Mazzarri non vuole brutte sorprese su un campo in cui il Napoli a rimediato due figuracce nelle ultime due stagioni: l’anno scorso fu Moscardelli a punire gli azzurri mentre due stagioni fa al suo solito gol si aggiunse quello del puteolano Sardo. E se Moscardelli non c’é più e Sardo è infortunato, domenica pomeriggio i problemi si chiameranno Paloschi e Thereau, senza contare Pellissier che avrà una gran voglia di riscatto. Le armi non mancano a Corini, ex cervello di centrocampo con un passato azzurro nella stagione 1993-94, quella del rinnovamento, affidata a Lippi e conclusa con la qualificazione Uefa. Per arginare le armi in mano a Corini, Mazzarri sembra orientato a riproporre la difesa a tre, abbandonando, almeno in partenza, l’idea di una difesa a quattro pur provata in settimana sotto la pioggia di Castel Volturno. A Rolando le chiavi della difesa, dunque, con Campagnaro e Gamberini larghi: dietro gli uomini sono contati con Cannavaro e Britos fuori gioco. Qualche dubbio il tecnico toscano ce l’ha pure sugli esterni, dove Maggio in particolare, non sta entusiasmando dal punto di vista atletico, forse condizionato un po’ dalla mano infortunata e ancora convalescente. L’ex doriano potrebbe lasciare il suo posto a destra a Zuniga con Armero che si prenderebbe la corsia di sinistra. Ma l’allenatore azzurro deciderà solo domani, così come resta il ballottaggio, davanti, tra Insigne e Pandev per il posto accanto a Cavani. L’obiettivo, per il reparto avanzato, è quello di interrompere il digiuno di gol che dura ormai da un mese e mezzo per il trio delle meraviglie: un tempo infinito, tanto che in città riprende a serpeggiare una certa nostalgia per Lavezzi, ormai protagonista a Parigi. Vuole vedere interrompere il digiuno di gol anche il presidente De Laurentiis che verrà presto insignito del premio Andrea Fortunato e vuole una primavera di gol per prepararsi poi all’estate bollente dell’assedio europeo a Cavani.

 

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