Il Braglia consegna un verdetto a sorpresa, uno 0-0 che il Carpi dimostra di meritare per la generosità e anche l’intelligenza della sua prestazione e il Napoli ingoia con amarezza, dovendo tornare a riflettere sulla sua discontinuità e sulle reali prospettive di un campionato di vertice. Sarri cambia poco, Castori addirittura pochissimo rispetto a domenica. Nel Napoli linea difensiva immutata, in mezzo Valdifiori si riprende il posto dopo due panchine consecutive (fra Europa League e campionato) facendo sedere Jorginho, Hamsik ce la fa nonostante il colpo alla caviglia subito tre giorni fa e davanti sulla sinistra Mertens al posto di Callejon, al fianco della coppia – scintillante contro la Lazio – formata da Insigne (scivolato a destra) e Higuain. Il tecnico del Carpi, a caccia della prima vittoria in casa, fa soltanto un cambio rispetto alla sfortunata gara contro la Fiorentina: torna Mbakogu al posto di Borriello (ancora non pronto per giocare due gare da titolare così ravvicinate) e per il resto è il solito 3-5-2, con Letizia e Gabriel Silva esterni della linea a cinque, Cofie davanti alla difesa e Matos a galleggiare più vicino al centravanti nigeriano, ma con il compito di aiutare anche i centrocampisti. Il distributore automatico di gioco spettacolare che aveva generato il doppio 5-0 contro Bruges e Lazio si è inceppato di fronte al bunker organizzato di Castori, che a volte non ha disdegnato di tenere cinque uomini in linea e quattro a centrocampo (con l’arretramento di Matos, comunque libero di svariare su tutto il fronte offensivo) per intasare tutti gli spazi al Napoli e non consentire libertà al suo micidiale tridente. In verità molto meno ispirato del solito, se non con Higuain, che quasi da solo ha tenuto in costante apprensione la difesa del Carpi, andando vicino al gol al 18’ con una spettacolare girata di destro – inventata dal nulla su suggerimento di Insigne – e poi al 40’, dopo combinazione con Mertens e rimpallo che ha penalizzato l’argentino dopo un primo tiro respinto da Brkic. Al di là di un colpo di testa centrale di Hamsik (37’), è stata tutta lì l’effettiva produzione offensiva di un Napoli che ha come girato a vuoto. Facendo il gioco del Carpi, che ha scelto di difendersi e giocare di rimessa, insistendo in particolare sull’asse destro formato da Letizia e Matos. Proprio loro due, ai minuti 8 e 36, hanno trovato una buona penetrazione sul fianco lasciato scoperto da Ghoulam, ma entrambe le volte Mbakogu è arrivato in ritardo o mal coordinato sul pallone. Lo spartito non è cambiato nella ripresa, perché non è cambiata l’attenzione del Carpi nell’andare a giocare uomo contro uomo e nel chiudere qualsiasi corridoio cercato dagli uomini di Sarri. Che hanno iniziato ad affidarsi più che altro ad iniziative personali, in particolare di Insigne, che per almeno tre volte (la terza con eccessivo egoismo, perché c’era Higuain più libero) ha cercato la porta, ma sempre senza la necessaria precisione. A nulla sono serviti anche la sostituzione dell’ancora spento Valdifiori (perché neanche Jorginho ha trovato più lucidità nelle verticalizzazioni) e il cambio tattico scelto nel finale da Sarri, passato al 4-2-3-1 della scorsa stagione: fuori Hamsik, Callejon e Insigne larghi e Gabbiadini alle spalle di Higuain. E proprio l’ex sampdoriano ha avuto la chance migliore, ma al 43’ il suo tocco di esterno su lancio profondo di Callejon è terminato fuori, come il suo ultimo tiro di sinistro in pieno recupero.