La resistenza del Pescara dura un tempo. All’inizio della ripresa il Napoli trova le chiavi giuste per aprire la cassaforte di Oddo e la partita, che nel primo tempo era stata abbastanza equilibrata, sia pur con una ovvia prevalenza di gioco degli azzurri, finisce lì: 3-1. Non c’era in tribuna Maradona, come sperato da tanti tifosi, ma anche la squadra di Sarri ha reso omaggio al suo idolo come domani il San Carlo sul suo palcoscenico. Nella prima frazione di gioco i partenopei hanno grosse difficoltà a mettere in mostra il loro solito gioco spumeggiante e fantasioso. Il Pescara è schierato con un 3-5-2 che lascia molto poco spazio al Napoli per organizzare il proprio gioco. I cinque di centrocampo (che diventano tre quando gli azzurri si affacciano verso l’area di rigore avversaria perchè Benali e Verre vanno immediatamente a completare una linea di difesa a cinque) sono aggressivi sui portatori di palla e limitano molto la durata del possesso palla dei napoletani. Mertens è costretto a cercare il pallone lontano dall’area di rigore avversaria oppure, con tutte le linee di passaggio chiuse dagli avversari, si deve avventurare in improbabili serpentine, sempre efficacemente contrastate dalla retroguardia pescarese. La ripresa, però, comincia con un terrificante uno-due dei partenopei che sbloccano il risultato dopo un solo minuto di gioco con un colpo di testa di Tonelli (due gol in due presenze) e raddoppiano al 3′ con una splendida conclusione in diagonale di Hamsik, servito da Zielinski, sullo sviluppo di un’azione al termine della quale, in precedenza, Callejon solo davanti a Bizzarri aveva concluso addosso al portiere. Il doppio vantaggio mette il Pescara nelle condizioni di dover osare di più ed uscire allo scoperto. I meccanismi di contrasto dell’azione degli abruzzesi, che fino a quel momento avevano funzionato alla perfezione, cominciano a scricchiolare. Il Napoli può finalmente mettere in mostra gli aspetti migliori e più conosciuti del proprio gioco che si sviluppa ora con armonia e con una buona continuità nel proporre l’offensiva. In varie occasioni gli azzurri sfiorano la terza marcatura, in particolare con Jorginho che, poco dopo la mezz’ora di gioco, colpisce la traversa con una conclusione dalla distanza deviata da Bizzarri. Nel finale arriva il gol di Mertens, che conclude una pregevole azione di Allan e arrotonda il punteggio. Lo stesso belga, durante il recupero, potrebbe aumentare il suo bottino personale, ma una conclusione di sinistro, da ottima posizione sfiora il palo. Si sarebbe trattato, probabilmente, di una punizione troppo severa per il Pescara, autore di un ottimo primo tempo e colpevole solo di aver subito inopinatamente una doppietta letale nei primissimi minuti. All’ultimo istante il Pescara fruisce di un calcio di rigore per un fallo di Hysaj su Mitrita. Caprari trasforma e rende un po’ meno amara la sconfitta della squadra di Oddo. (ANSA).