Encefalogramma piatto. L’Inter perde la seconda gara di fila in casa, soccombe 3-0 a un Bologna appena normale e sprofonda in una crisi talmente nera da far dubitare che sia reversibile. Nel finale San Siro si rianima solo per invocare José Mourinho, totem inarrivabile e oggi rimpianto come non mai.
Squadra inguardabile (tanto che Moratti se ne va quando mancano 25’), debole nel fisico e provata nel morale. Giocatori irriconoscibili, a partire da un Forlan che si mangia due gol facili e che si becca una marea di fischi all’uscita anticipata dal campo. Scelte tecniche spesso incomprensibili, con moduli che cambiano vorticosamente e giocatori che finiscono fuori ruolo in più occasioni (per gran parte del secondo tempo Sneijder all’ala sinistra e Poli o Castaignos rifinitori).