Il bis di Sudafrica 2010 (2-0 nel match d’esordio) non c’e’ stato e anzi al Metalist Stadium di Kharkiv va in scena la prima grossa sorpresa di Euro 2012. Davide-Danimarca con una gara accorta e senza fronzoli supera meritatamente l’Olanda-Golia, mostratasi oggi piu’ un puzzle di prime donne che un’orchestra calcistica.

Snejder & Co, forte dei numeri degli ultimi due anni (15 partite vinte su 17, una sola sconfitta e ben 37 gol nella fase eliminatoria), partono bene, con Van Bommel a dettare i ritmi e le frecce Robben e Afellay a innescare Van Persie. Il copione dei primi 15 minuti sembra fare pensare ad una passeggiata: tackle robusti a centrocampo, sovrapposizioni e tiri a go-go. Stekelenburg per 15 minuti non viene neppure inquadrato dalle telecamere. Poi la ‘macchina’ orange si inceppa. Basta una folata offensiva di S. Puolsen, (tra i migliori in campo insieme ad Agger) per mandare in tilt l’impacciata difesa arancione: palla al centro per l’arrivo di Krohn-Delhi che con un finta salta mezza difesa e infila sotto le gambe di Stekelenburg. Il gol anziche’ mettere ‘pepe’ alla manovra olandese, ha l’effetto opposto di creare ancora piu’ confusione. Il 4-2-3-1 messo in campo dal ct Van Marwjick viene sistematicamente ‘bloccato’ da un italianissimo 4-5-1, con l’ariete Bendtner la’ davanti a cercare di creare scompiglio nella retroguardia olandese. Ferma sulle gambe, ‘leggerina’ e con le ‘prime donne’ Snejider e Robben macchinosi e prevedibili, l’Olanda ha un gioco ripetitivo e scontato: palla sugli esterni, rientro e conclusione quasi sempre fuori dello specchio della porta. Un ‘giochetto’ che l’attenta difesa danese riesce sempre ad arginare. L’attesissimo Van Persie, oggetto del desiderio di mezza Europa, non incide e l’unico ‘lampo’ arriva al 42′. Pescato da Robben sul filo del fuorigioco in mezzo all’area, il ‘lanciere’ perde l’attimo, si allarga e si fa respingere il tiro. L’unica emozione arriva cosi’ da Robben, ma per il giocatore del Bayern, liberatosi al tiro dal limite dell’area, continua la ‘maledizione’ dell’ultimo mese: palo. Stesso copione nella ripresa, dove si riparte con gli stessi 22 in campo. Il leit motiv dei primi minuti ricalca quello del primo tempo: Olanda avanti a testa bassa e Van Persie ha per due volte l’occasione di centrare la porta. La prima volta ‘liscia’ la palla, la seconda la appoggia debolmente tra le braccia dell’attentissimo Andersen. Sembra l’avvisaglia della riscossa, invece e’ solo il ‘rantolo’ di una manovra che non va e al 55′ gli orange rischiamo lo 0-2: grande azione di S.Poulsen che sullo stretto va via a Van der Wiel e crossa basso, buon per Stek che nn ci sia nessuno nei paraggi. Agger intanto continua a maramaldeggiare in area, facendo fare bella figura anche al romanista Kjaer. Al 70′ Van Marwick cambia tutto: escono De Jong e un fumoso Afellay per Huntelaar (29 gola quest’anno) e Van Der Vaart. Il giocatore del Tottenham da piu’ brio alla manovra e si fa subito vedere per un paio di iniziative comunque subito smontate dalla retroguardia danese. La Danimarca si copre, esce il gioiellino Eriksen, oggi piuttosto sottotono anche per i compiti di copertura affidatigli dal suo ct, per il piu’ roccioso Schone. Entra anche la quarta punta olandese (Kuyt) per uno spento Van der Wiel ma la potenza di fuoco resta solo sulla carta. La Danimarca esce sempre palla al piede, con un bel fraseggio e mette sistematicamente in difficolta’ la ‘ballerina’ difesa olandese. Arrivare al 90′ senza rischi e’ per i danesi una formalita’. Per gli arancioni l’unica ‘consolazione’ e’ la cabala: nel 1988 perse la partita inaugurale con l’Urss, ma poi vinse il torneo. Per l’eterna ‘incompiuta’ del calcio mondiale c’e’ pero’ adesso davanti mercoledi’ prossimo la corazzata tedesca, in una partita che per Van Persie e compagni si preannuncia gia’ da ‘dentro o fuori’.

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