“E’ un’Italia che fa innamorare, già merita un bel 7: ho chiesto a Balotelli se ieri sera ce l’aveva con me, mi ha risposto di no, si parla più di lui che ha giocato 20 minuti di tutto il resto”. Con in tasca il minimo sindacale dei quarti di finale europei raggiunti e la prospettiva dei due anni ancora da ct

annunciati dal presidente federale Abete, il giorno dopo la qualificazione per Cesare Prandelli è comprensibilmente diviso tra la voglia di godersi un po’ di serenità e quella di togliersi qualche sgradevole sassolino dalle scarpe. Perché il ct votato all’etica non sempre porge l’altra guancia, nonostante nella notte di ritorno da Poznan se ne sia andato a onorare un voto per la qualificazione in un convento dei frati camaldolesi vicino Cracovia: 21 km a piedi con il capodelegazione Demetrio Albertini. Il risultato è una lunghissima conferenza stampa che passa da tattica e tecnica calcistica (“qualcuno si addormenta quando ne parlo, a me piace tanto”) a rudimenti di psicologia applicata in particolare agli estri di Balotelli.

Tutto all’insegna di una certezza: “Abbiamo i numeri della grande squadra, se lavoriamo bene possiamo essere competitivi con chiunque. E comunque – avviso ai naviganti – sappiate che questa é stata è e sarà sempre la mia Italia, che poi a me piaccia confrontarmi con i giocatori è un altro discorso”. “E’ stata – spiega il ct – per 23 minuti l’Italia meno bella, però anche qui con determinazione cercava situazioni che poi hanno permesso di mettere in difficoltà l’Irlanda. Ho visto la mentalità giusta perché una squadra che arriva in area con 4-5 giocatori ce l’ha”. E’ compiaciuto dell’audience tv: “Venti milioni, che bella cosa, molti giovani: evidentemente è un’Italia che fa innamorare”. Avevano ragione gli osservatori francesi a inizio torneo, allora: un’Italia che seduce…”Siamo in crescita”. A proposito di Francia, Prandelli snocciola subito il parere sulla tre potenziali avversarie nei quarti. “Sono tutte formazioni con impianto collaudato: la Francia ha un 4-3-3 molto interessante, attaccanti moderni con una profondità di gamba e tecnica interessantissima.

L’Inghilterra sta trovando equilibrio, caratterialmente sono giocatori che non lasciano nemmeno una rimessa laterale e finalmente mi pare abbiano trovato fantasia. L’Ucraina ha grande spirito, gioca al calcio e riesce a ripartire come poche squadre”. Ma la figura di Balotelli lo insegue: “Mario, Supermario, Balo?”, le domande piovono. “Lui – racconta Prandelli – è entrato e ha fatto quello che gli abbiamo chiesto, di giocare tra i due centrali, di interrompere la loro azione e dare peso offensivo. E lo ha fatto bene. Non regala sorrisi, non esulta? Le emozioni devono essere spontanee, non si preparano. Non è un corpo estraneo lui è così: non per questo è lontano dal gruppo. Dipende da momento e umore: fondamentalmente è un ragazzo d’oro, vive situazioni di disagio ma deve fare il salto di qualità. Ci sono situazioni da accettare per diventare campioni: deve accettare critiche, panchina e resto della squadra che chiede di più. Il giorno in cui si renderà conto che nessuno gli vuole del male allora avremo un campione. Mi è parso bello il gesto di Bonucci che gli ha tappato la bocca, anche quello è spirito di squadra, è una forma di protezione. E comunque – via un altro sassolino, che fa male – io ho avuto coraggio a mettere dentro Balotelli: un coraggio calcolato, visto che i giocatori con orgoglio danno il meglio in situazioni di difficoltà, ma sempre coraggio”.

Più che di Balotelli vorrebbe dilungarsi a parlare della “sua” squadra alla quale dà un 7 “perché tutti offrono agli altri il loro cento per cento e finora hanno affrontato alla prima gara la squadra più forte ultimi anni, un gruppo che vincerà ancora molto , giocando bene. Nella seconda partita hanno regalato 60 minuti di ottimo calcio, vedendosi mettere in discussione la qualificazione per un lancio. Nella terza gara, con una Irlanda che aveva nulla da perdere, è stato normale poter soffrire, però abbiamo dato un segnale forte”.

 

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