”Un padre e’ qui per parlare e deve capire se c’e’ qualcosa che non va”, scoppia in lacrime Josef Schwazer, il padre del campione di marcia escluso dalle Olimpiadi di Londra per doping, Alex Schwazer. ”Per fortuna ha fatto solo questo, poteva anche andare peggio”, afferma Josef alludendo ad un gesto estremo. ”Le responsabilita’ sono mie – continua il padre – perche’ se si vede un figlio, che durante tutto l’anno sta male e si chiude in se stesso, si deve cercare di parlargli”.

”L’ultima volta che e’ partito da qui – racconta Josef davanti alla casa di famiglia, con la voce rotta dal pianto – era distrutto. Forse l’ha fatto per non deludere gli altri. E’ stata sicuramente la prima volta che ha fatto uso di queste sostanze”, sottolinea. Josef Schwazer parla ai cronisti mentre suo figlio sta tornando a casa da Oberstdorf, in Baviera, dove si stava allenando, con accanto Carolina Kostner, la campionessa di pattinaggio sua fidanzata. Lui, della maledetta decisione del figlio di prendere l’Epo, ha saputo per telefono. E’ stato Alex stesso – che domani alle 12 parlera’ in conferenza stampa a Bolzano – a dargli la brutta notizia. ”Ma ora perlomeno si e’ liberato. Cosi’ non poteva andare avanti. Spero che adesso possa condurre una vita normale”, continua il padre che chiede perdono ad Alex. Secondo Josef Schwazer, suo figlio ”psicologicamente non reggeva piu”. ”Si era chiuso in se stesso. Si allenava da solo. Spero di poter rimediare agli errori che ho fatto con lui. Era schiacciato da un peso che non riusciva piu’ a sopportare. Ma ha una fidanzata speciale che gli sta accanto. Grazie a Carolina e grazie anche a Michele (Didoni, il suo allenatore, ndr.)”, ha concluso Schwazer padre. A Calice, il paesino ai piedi del passo del Giovo dove vive Alex Schwazer, qualcuno lo condanna, altri si trincerano dietro il silenzio, ma qualcuno, pur senza difenderlo, cerca di proteggerlo. E’ la signora Gschliesser Klotz, albergatrice di questo ”paesino di 32 anime ed un olimpionico”, come afferma l’anziana signora che accetta di commentare il caso del marciatore escluso dalle Olimpiadi. ”Mi fa pena – dice la signora Gschliesser – chissa’ cosa dovra’ passare ora, povero ragazzo. Chissa’ cos’e’ passato nella sua mente, non si capisce perche’ lo abbia fatto. Adesso bisogna essere tutti molto gentili con lui, bisogna cercare di aiutarlo”. ”Alex rimane Alex per tutti noi. Se anche fosse arrivato ultimo, nessuno avrebbe detto nulla, ma questo non avrebbe dovuto farlo. Ieri sera, quando abbiamo saputo, nessuno ci voleva credere”, conclude la signora con un sorriso triste. In questa zona al confine con l’Austria, dove la neve si scioglie solo per pochi mesi l’anno, e’ stata appena vissuta una tragedia di ben altre dimensioni: una frana che ha inghiottito un pugno di case si e’ portata via la vita di due donne anziane, travolte dal fango. Queste vallate, come anche Alex Schwazer, ora dovranno ripartire da capo.

 

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