‘Manca il divisorio, per impedire che le tifoserie, ospiti e locali, vengano a contatto” e la squadra di calcio dell’oratorio Don Guanella, a Napoli, ”è costretta a giocare a porte chiuse”. Don Aniello Manganiello, da presidente dell’Asd Oratorio don Guanella, scrive una lettera al Comune di Napoli chiedendo di intervenire. Dallo scorso ottobre, la squadra dell’oratorio gioca in Promozione, ma purtroppo, a causa dell’assenza del divisorio sugli spalti, nessuno può assistere alle partite. Il campo di calcio è a Scampia, in via Hugo Pratt e don Manganiello afferma che la situazione è ”sconcertante”. Non solo per ”aver fatto la spola tra Palazzo san Giacomo e la Municipalità di Scampia in cerca di una soluzione”, ma anche ”il preventivo dell’ufficio tecnico del Comune in merito al divisorio, a due bagni, da dividere e a una porta di ingresso che è già in essere: 50 mila euro”. Allora la lettera ”è l’ennesimo tentativo – dice – per trovare una soluzione che sia il possibile rapida e nonostante le richieste di adeguare il campo di calcio nessuno è intervenuto, ho fatto la spola tra palazzo San Giacomo e la Municipalità di Scampia, ma niente”. Eppure basta poco, spiega don Manganiello, ”per migliorare la qualità della vita del quartiere”. ”Perché i cittadini non chiedono la luna – sottolinea – Ma queste persone che parlano di legalità, mi devono spiegare che senso hanno i discorsi che si fanno sullo sviluppo di Scampia e sulle periferie senza intervenire”. Lo scorso sabato, la squadra dell’oratorio ha iniziato il girone di ritorno del campionato e la situazione è rimasta uguale: si gioca a porte chiuse, a meno che non siano le partite in trasferta. Gli allenatori, i dirigenti, i giocatori della Promozione, fa sapere, ”prestano servizio come volontari senza nessun compenso”, ma ”è calcio sociale che andrebbe sostenuto” perché al rione don Guanella, ”il calcio è uno strumento educativo e non il fine”. ”Facciamo calcio per aggregare ragazzi, adolescenti, giovani, provenienti anche da famiglie malavitose – aggiunge – che trovano nell’Associazione, la possibilità di pensare e progettare la costruzione di un futuro diverso per la propria vita,mettendo fuori gioco le proposte fascinose della camorra”. ”Stiamo dando molto a Scampia, che amiamo fortemente, ma dalle istituzioni di questa città stiamo ricevendo quasi nulla – sottolinea – La vicenda del divisorio ne è una testimonianza”. ”Noi continuiamo a operare – afferma – mettendo in campo l’anticamorra delle opere a differenza di tanti che hanno ridotto Scampia a un fenomeno da baraccone o a una vetrina di investimento per fare cassa attraverso operazioni cinematografiche e televisive che umiliano e offendono un territorio intero”. ”Mi rimane comunque la speranza – conclude – che si arrivi quanto prima a una soluzione”.

 

 

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