Finalmente una decisione alla De Magistris. Dopo una lunga fase di appannamento (inchieste giudiziarie e problemi politici) il sindaco di Napoli ha ritrovato lo smalto dei bei tempi, di quando cioè indossava la toga di pubblico ministero. E così, memore dei suoi trascorsi, ha usato il pugno duro anche contro i proprietari dei cani. Che saranno obbligati a sottoporre i loro amici a quattro zampe all’esame del Dna. A stabilirlo è un’ordinanza sindacale che inoltre “intima” ai proprietari, qualora non lo avessero già fatto, di iscrivere il cane all’anagrafe canina regionale, di munirsi di dispositivo per la rimozione delle feci e di sottoporre il cane al prelievo ematico.
Il provvedimento, atteso da millenni da tutti i napoletani, consentirà di costituire una banca dati del Dna canino e, attraverso un’indagine comparativa tra il Dna estratto dagli escrementi trovati in strada e il Dna custodito in banca dati si potrà identificare il proprietario che non ha rimosso le feci del proprio cane. Per scongiurare il rischio (che genererebbe il panico tra i cittadini) di perdersi qualche escremento per strada è pronta una task force che vede impegnati il Comune di Napoli, l’Asl Napoli 1 e l’Istituto zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno. Una grande idea. Anzi, restando in tema, una grande cagata.
cyrano