Sono una trentina le vittime innocenti in Campania del “braccio armato” della camorra. Il tragico rosario con i nomi delle persone uccise per errore negli ultimi 25 anni è stato stilato dalla Fondazione Polis che, con il sostegno della Regione Campania, sostiene i familiari così duramente colpiti nei loro affetti.  Nel triste elenco di giovani, donne e bambini, al quale oggi si è aggiunto Mariano Bottari, 75 anni, spicca il nome di Pasquale Romano, 30 anni: fu crivellato di colpi, nella sua auto, la sera del 15 ottobre 2012 a Marianella (Napoli), davanti l’abitazione della fidanzata. Stava per andare a giocare a calcetto ma fu scambiato per il pusher di un clan di Scampia sulla cui testa pendeva una condanna a morte emessa dai boss nell’ambito di una sanguinosa faida che ha fatto decine di morti. L’11 giugno del 1997 fu uccisa a Napoli Silvia Ruotolo, 39 anni: stava rientrando nella sua casa di Salita Arenella, nel quartiere Vomero, con il figlio di quattro anni che scampò alla morte. Il vero obiettivo era un affiliato al clan Cimmino, in guerra con gli Alfieri, che cadde in quell’agguato. Ma uno dei 40 colpi raggiunse alla tempia anche Silvia. Un altro proiettile colpì alla schiena uno studente di 20 anni, fortunatamente senza ucciderlo. La figlia di Silvia Ruotolo, Alessandra Clemente, all’epoca dei fatti aveva 10 anni. Era affacciata al balcone e stava aspettando la madre. Ora è assessore alle politiche giovanili del Comune di Napoli.  Anche Luigi Sequino e Paolo Castaldi furono uccisi per errore, il 20 agosto del 2000: erano seduti in auto, nel quartiere Pianura di Napoli, davanti a un portone. Il portone sbagliato, però. Stavano progettando le loro vacanze ma i killer li scambiarono per i guardaspalle di un “pezzo da novanta” della camorra, Rosario Marra. Non ebbero alcuna esitazione: li trucidarono sparando parecchi colpi d’arma da fuoco. Avevano 21 e 20 anni.  Annalisa Durante aveva appena 14 anni e fu uccisa per errore durante un conflitto a fuoco nel quartiere Forcella di Napoli. I sicari volevano eliminare Salvatore Giuliano, uno dei nipoti dei boss dell’omonimo clan ma un proiettile spezzò i sogni e il futuro di Annalisa. Sul suo diario aveva scritto del suo quartiere, della paura che aveva quando usciva di casa e del suo desiderio di lasciare Napoli. Da quel diario nacque un libro.  Fabio De Pandi, fu ucciso da un proiettile vagante il 21 luglio del 1991. Aveva 11 anni. Era in un’auto, nel quartiere Soccavo di Napoli. Poco distante due gruppi camorristici si stavano fronteggiando a colpi di pistola per il controllo dello spaccio della droga nella zona. Valentina Terracciano, fu uccisa in un negozio di Pollena Trocchia (Napoli) il 12 novembre del 2000, a soli 2 anni. Gli assassini volevano uccidere il fratellastro dello zio, Domenico Arlistico, ma non riuscendolo a trovare decisero per una vendetta “trasversale”. Spararono a Fausto Terracciano, zio di Valentina. Alcuni proiettili colpirono alla testa la piccola che morì in ospedale dopo un giorno di agonia.

 

 

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