“I membri delle due Camere sono eletti a suffragio universale e diretto. Le leggi elettorali garantiscono il rispetto dell’equilibrio di genere e la rappresentanza delle minoranze linguistiche”. E’ questo l’emendamento di Sel, a prima firma Loredana De Petris, che sta bloccando per ragioni procedurali il Senato, sull’applicabilità o meno del voto segreto. Il regolamento del Senato, infatti prevede il voto segreto solo sugli emendamenti che riguardano le minoranze linguistiche. Ma l’emendamento di De Petris, come altri 900 da lei presentati, cita le norme sulle minoranze linguistiche assieme ad altre norme riguardanti altri punti delle riforme, in questo caso l’elezione diretta del Senato. Il Pd ha chiesto il voto per parti separate (come venerdì aveva detto di voler fare il presidente Grasso), con il voto segreto solo sulla parte riguardante le minoranze linguistiche, mentre con il voto palese per la parte riguardante le modalità di elezione delle Camere. I gruppi che si oppongono alle riforme e cioè Sel, M5s, Gal hanno chiesto il voto unico a scrutinio segreto. Il dibattito sta paralizzando il Senato da oltre un ora.