Davanti i gonfaloni di alcuni Comuni, come Napoli che ha ripubblicizzato l’azienda di gestione dell’acqua e Giulianova e Palma Campania che sostengono la gestione pubblica dell’acqua. Dietro lo striscione di testa che incita a ‘Ripubblicizzare l’acqua. Difendere i beni comuni’.

E’ partito cosi’, da piazza della Repubblica a Roma, in un mare blu e azzurro di bandiere e palloncini il corteo organizzato dai comitati per l’acqua pubblica. Meta finale, piazza Bocca della verita’ dove lo scorso 13 giugno si sono tenuti i festeggiamenti per la vittoria del referendum. Musica, fischietti, cittadini di tutte le eta’ sono tornati in piazza oggi per chiedere, spiega Riccardo Razionale del comitato romano, il rispetto dell’esito referendario: “Lo chiediamo al governo Monti, dato che con la finanziaria di agosto il governo Berlusconi aveva ignorato la volonta’ popolare”. La manifestazione e’ anche l’occasione per il lancio della campagna di obbedienza civile ‘Il mio voto va rispettato”‘ con la quale i comitati invitano i cittadini a rimodulare le tariffe dell’acqua laddove questa non venga gestita pubblicamente. “Attraverso i legali presenti in tutti i comitati – chiarisce ancora il rappresentante del comitato romano – i cittadini potranno contestare le bollette dell’acqua e chiedere di pagarle al netto della percentuale di profitto che va dal 7% al 15%”. ‘Difendere i beni comuni e’ democrazia. Privatizzarli e’ un crimine’ e ‘Si scrive acqua, si legge democrazia’ sono alcuni degli striscioni che campeggiano in mezzo al corteo, composto da alcune migliaia di persone e animato da carretti con disegni della banda bassotti, copricapi a forma di rubinetti, lenzuoli celesti a rappresentare l’acqua, cori che cantano “se l’e’ bevuta tutta e non gli ha fatto male. L’acqua fa bene, pagarla ci fa male”.

 

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