Legambiente Casapsenna ha presentato due esposti-denuncia, riguardanti la gravissima situazione di crisi sanitaria e ambientale derivante dal permanere da oltre 14 anni di una serie di discariche abusive di rifiuti nocivi di varia natura insistenti lungo la provinciale Variante di Casapesenna e la strada comunale Via Sant’Aniello. “Quotidianamente – spiegano gli ambientalisti – registriamo roghi tossici che ignoti criminali appiccano indisturbati lungo le strade periferiche di Casapesenna. La vicenda ormai ha assunto connotati paradossali a causa dell’inutile rimbalzo di responsabilità tra i Comuni di San Cipriano d’Aversa, il Comune di Casapesenna, e la Provincia di Caserta, proprietaria della Variante. Tutto ciò senza che sia stata mia indetta una vera conferenza di servizi, pur essendo la stessa obbligatoria, oltreché assolutamente indispensabile ai fini della risoluzione dell’ingarbugliata matassa istituzionale. L’ultima beffa è stata l’installazione, in questi giorni ad opera dei due Comuni, di due sbarre metalliche di chiusura ai due lati opposti della Variante, a seguito della richiesta venuta proprio dal nostro Circolo Legambiente della chiusura della strada per evitare ulteriori sversamenti ed attenuare il rischio di ulteriori roghi. Ebbene ad installazione avvenuta i Comuni e la Provincia, invece di procedere alla chiusura delle sbarre e assicurare il servizio di vigilanza, le ha inspiegabilmente ed inopinatamente lasciate aperte sia di giorno che di notte, consentendo nei fatti il persistere del rischio di ulteriori roghi, che difatti non si sono fatti attendere in questi ultimi giorni (vedi foto”). Legambiente Casapesenna si è fatta interprete delle proteste e delle sofferenze continue dei cittadini di Casapesenna, diffidando ulteriori omissioni di legge da parte delle istituzioni interessate direttamente e di quelle deputate alla vigilanza e supervisione come la Prefettura di Caserta e il V.Prefetto delegato Dr. Donato Cafagna, affinché si ponga veramente fine a quello che senza tema di esagerazioni si può definire un attentato alla salute pubblica ed una vergogna per uno Stato che qui è visto come estraneo, distratto, assente. “Siamo -concludono – sempre più terra di nessuno, dove ciascuno può usare violenza per spegnere non i roghi ma le nostre speranze di cittadini, che vogliono dimostrare il valore di un impegno sociale che però ormai non interessa più a nessuno”.