Ormai non ci sono più dubbi: la 44esima edizione del Settembre al Borgo resterà nella storia del Festival. Sarà memorabile. In futuro sarà impossibile per chiunque, anche per il più sprovveduto, battere i record negativi di quest’anno, “conquistati” con il sudore della fronte dal direttore artistico Nunzio Areni e dalla Provincia di Caserta, ente promotore dell’evento (chiamiamolo evento!). Per i quattro spettacoli andati finora in scena sono stati venduti, tenetevi forte alle sedie, “ben” 695 biglietti, con una media astronomica di 173 paganti a serata a fronte di una capienza del Teatro della Torre di 636 posti. Di contro, sono andati a ruba i tagliandi omaggio: già a quota mille. Cifra destinata quasi a triplicare negli ultimi spettacoli della kermesse, visto che dopo il boom della serata d’apertura (500 in solo colpo) i biglietti “a gratis” sono stati ridotti a 200-250 per ogni appuntamento. Vediamo nel dettaglio la flop-parade. Il primato spetta di diritto a Irene Grandi, che si è esibita davanti a 88 paganti. Ma la platea era piena grazie ai 500 tagliandi gratuiti offerti a cani e porci (senza offesa per gli animali). Al secondo posto si piazza Giorgio Albertazzi, grandissimo attore teatrale, finito anche lui nel tritacarne di una kermesse organizzata con i piedi. Il suo tributo a Shakespeare è stato seguito nel Duomo da 114 spettatori. Terza piazza ai Tiromancino con 192 biglietti venduti. Se la cava molto meglio il buon Peppino Di Capri con 301 paganti. Totale: 695. Insomma, numeri da capogiro. Da deliquio. Da omicidio-suicidio artistico e organizzativo. Il disastro al botteghino si ripercuote ovviamente sul bilancio contabile del Festival. La Provincia deve sborsare 95mila euro su un finanziamento complessivo di quasi 500mila euro. E per ammortizzare i costi si faceva affidamento sugli incassi al botteghino. Ora i conti non tornano. E l’Ente di Corso Trieste rischia di dover mettere mano alla tasca e staccare un assegno (a carico dei cittadini) di 20mila euro per le difficoltà di budget. Non a caso, si vocifera, che il direttore generale Raffaele Picaro (sempre a caccia di soldi) abbia avocato a sé tutta la gestione amministrativa della manifestazione nel tentativo di salvare il salvabile. Si sta facendo di tutto per “spremere” al massimo Renzo Arbore e Eduardo De Crescenzo, gli unici due artisti che stanno facendo registrare un’ottima prevendita. Ma nonostante le difficoltà di budget a nessuno è finora venuto in mente di ridurre o eliminare i biglietti omaggio. Anche per Arbore e De Crescenzo saranno 200-250 a serata. Che Festival memorabile.
Mario De Michele