“Il latitante non c’è. Sono io che sono scappato. Ci hanno rincorso da dietro, ci hanno tamponato e buttato in aria. Per paura sono scappato. Non ci siamo fermati perchè non avevamo la patente”. Così un giovane che ha riferito di chiamarsi Enzo, parlando con i giornalisti al Rione Traiano, a Napoli, ha fornito la sua versione dell’inseguimento da parte dei carabinieri prima del tragico epilogo con la morte di Davide Bifolco. Sarebbe lui, secondo la versione di parenti e amici del diciassettenne morto, il terzo giovane che si trovava sullo scooter mentre, secondo la versione dei carabinieri, si sarebbe trattato di Arturo Equabile, ricercato per evasione dagli arresti domiciliari.