Si è tenuto ieri   il convegno “Talanico e… la nocciola”. Il simposio era parte del programma della quarta edizione della “Sagra della Nocciola”, organizzata dalla Pro Loco di Talanico, con il patrocinio della provincia di Caserta e del comune di San Felice a Cancello. La manifestazione, tenutasi nella Villa comunale della frazione “Talanico”, era cominciata sabato 20 per terminare ieri sera.

Ad aprire i lavori è stato il sindaco di San Felice a Cancello, Pasquale De Lucia. «Mi congratulo – ha detto il primo cittadino sanfeliciano – con gli organizzatori perché bene hanno centrato il tema del convegno ed a porre attenzione a questo frutto, che è parte della tradizione di questa terra. La nocciola è prodotta in tutto il mondo ma noi qui ne abbiamo una tipicità, dalle qualità eccezionali, come la “riccia di Talanico”. Alcuni qui a “Talanico” hanno ancora la forza di coltivare la nocciola per sostenere le loro famiglie. Ma qui si deve inserire la politica e la regione Campania in questo senso ha fatto qualche passo in avanti per far conoscere questo prodotto. Ma dobbiamo continuare su questa strada perché non possiamo permetterci di perdere finanziamenti ad hoc. Come me presidente della Commissione regionale agricoltura è partito un percorso, proseguito poi da altri, per una filiera della nocciola. E mi auguro che la sensibilizzazione dei produttori non sia finalizzata solo alla commercializzazione ma anche ad una politica di sviluppo. In questo troverete sempre il comune dalla vostra parte: per aprire uno sportello, per un aggiornamento costante, per provare ad ottenere finanziamenti europei. Perché noi abbiamo una fortuna: avere un frutto che può dare dignità a questo territorio e creare economia per chi decide di rimanere».

A seguire l’intervento di Roberto Malinconico, presidente dell’associazione “Melagrana Onlus”. «Il senso del lavoro della pro loco – ha continuato Malinconico –  deve essere quello di mettere insieme sensibilità. E’ una difficoltà che ci ha sempre contraddistinto: diffidare dell’aggregazione, per aumentare la produzione e la commercializzazione di un prodotto. Si è sempre pensato più alla competizione interna che non a quella esterna. Per questo bisogna creare una comunità, un’associazione di produttori altrimenti, senza fare rete, la produzione non emerge. Oggi non viviamo più un tempo in cui si può camminare da soli. E’ tempo di valorizzare i momenti aggregativi e per questo il mio è un invito a promuovere l’associazionismo».

Successivamente è stato il momento di un salto nel passato con monsignor Francesco Perrotta e le origini di “Talanico” definito «come un occhio – ha affermato lo storico – nel ‘corpo’ San Felice a Cancello, parte di una completezza. La presenza di abitanti in loco è, con certezza, da datare almeno dalla seconda metà del XIII secolo. A “Talanico” c’era la foresta. “Talanico” prenderà la sua denominazione proprio dalla foresta, dalle querce e dai vasti castagneti cedui, cioè maturi, perfetti per essere tagliati e venduti: “nemus talanicum”. “Talanico” mai è stato luogo di parlamento per la nostra valle ma solo vasto bosco da taglio. Gli abitanti in passato furono sempre pochi e poveri. In questo luogo, per secoli molto isolato, venivano confinati i delinquenti».

Ha poi chiuso Enzo Falco, esperto di enogastronomia e sommelier. «Una comunità – ha esordito -, si esprime in tante cose. In questa epoca storica ci sono tante ricchezze che non riusciamo a valorizzare e non riusciamo ad estrarre dalla terra il meglio, come avviene con la nocciola. Oggi l’agricoltura è in crisi perché non se ne riconosce il valore economico e sociale. Passando alle qualità della nocciola, pensiamo alla presenza di grassi insaturi, il cd. “colesterolo buono”: un dolce con la nocciola è meglio delle merendine. Nella nocciola troviamo vitamina A ed E, che spesso assumiamo da integratori. Come valorizzare dunque questa ricchezza? “Talanico” deve avere un senso di comunità, deve valorizzare la qualità per ottenere un prodotto non anonimo che possa ottenere la qualificazione Igp. Ma è una partita che va giocata nel suo complesso: cibo, territorio, cultura, monumenti. Vi esorto a scegliere un dolce tipico ed a farne un’eccellenza. Ritrovate il senso di comunità e del territorio», ha chiuso prima di regalare ai presenti una semplice ricetta a base di nocciola.

Soddisfatto per la riuscita dell’evento, il presidente della Pro loco “Talanico”, Antonio Gagliardi. «Siamo contenti – ha detto nel chiudere la due giorni– per la riuscita del convegno e l’affluenza, sostenuta nonostante ci fosse la partita del Napoli ed altri eventi in giro per la valle. Ed anche nella serata di chiusura c’era tantissima gente: sembrava una grande festa di piazza».

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