La Campania è stata nel 2013 l’unica regione del Mezzogiorno a fa registrare un andamento positivo delle esportazioni con un +1,8%, in netta controtendenza rispetto al lieve calo fatto registrare dal Paese (-0,1%) e alla forte contrazione media del Sud Italia che ha perso l’8,7%. L’incremento dell’export ha consentito il recupero di un decimo di punto sulla quota regionale sul totale delle esportazioni nazionali, che è quindi tornata ai livelli del 2011, toccando il 2,5%. Anche nel primo trimestre del 2014 l’export campano è cresciuto dell’1,2%, anche se a un ritmo leggermente inferiore a quello italiano che ha toccato il +1,6%. E’ partita da questi positivi dati la tappa di Napoli del roadshow “Italia per le imprese, con le pmi verso i mercati esteri”, patrocinato dal Ministero degli Affari Esteri e promosso e sostenuto dal Ministero dello Sviluppo Economico, che ha richiamato circa 500 imprenditori di tutta la Regione alla Mostra d’Oltremare. Dati che, secondo gli obiettivi dell’Ice e di Simest, deovno esere solo il punto di partenza di una forte crescita dell’export campano che faccia fronte anche alla stagnazione della domanda interna. “Abbiamo un obiettivo chiaro – a infatti detto Riccardo Monti, presidente dell’Istituto per il Commercio estero – vogliamo ventimila nuovi esportatori entro la fine dell’anno prossimo e almeno un quarto, quindi cinquemila, immaginiamo che possano venire dal sud. Con la nostra azione voigliamo favorire cinquanta miliardi di export aggiuntivo entro la fine del 2016”. Un impegno forte, cominciato con gli incontri B2b con le aziende che già stamattina hanno potuto fare un “check-up” delle capacità di esportare, rucevendo gratuitamente i primi servizi offerti dall’ICE, oltre ad un output concreto con la segnalazione di una o più anagrafiche di potenziali clienti o intermediari commerciali sui mercati esteri. Ma sono arrivate anche nuove proposte, come la figura del temporary export manager, che, ha spiegato Monti, “darà a gruppi di cinque-sei piccole aziende la possibilità di avere un manager esperto di mercati esteri in condivisione”. Impegno per la crescita anche da parte di Simest che, dopo aver raggiunto ottimi risultati lavorando con grandi marchi come Adler, Seda e Kiton, punta a “lavorare sempre di più con altre eccellenze della Regione Campania, dove puntiamo a un raddoppio delle attività nel prossimo anno”, ha detto Massimo D’Aiuto, amministratore delegato di Simest. “In Campania – ha aggiunto D’Aiuto – ci sono eccellenze con cui lavoreremo nel settore aeronautico e dell’aerospazio e, soprattutto, dando un forte impulso sull’agroalimentare, che vede Simest come player importante all’estero ma anche per il potenziamento in Italia per le aziende più valide, cose che abbiamo fatto già per alcuni marchi del nord”. In prima fila per l’apertura delle imprese campane all’internazionalizzazione, il Ministero degli esteri che, spiega Vittorio Sandalli, vice direttore centrale per l’internazionalizzazione, “lavora da anni per la crescita all’estero con due funzioni, inquadrando l’azione di promozione del sistema Italia all’estero e lavorando sul campo con la nostra rete di ambasciate e consolati”. E la Campania è in prima fila, come sottolineato da Ambrogio Prezioso, presidente dell’Unione industriali di Napoli che ha ricordato come: “Le prospettive dell’export italiano da qui al 2017 confermano la tendenza positiva e i migliori margini di crescita arriveranno dai mercati emergenti: non solo dai Brics, ma anche da destinazioni meno battute come Arabia Saudita, Angola, Cile, Filippine e Thailandia”.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui