”La decisione di mio marito di lasciare il liceo Cavour e’ stato un atto coraggioso ed estremo per salvaguardare i suoi alunni”. Cosi’ Cinzia Giorgio, la moglie di Giovanni Scattone, condannato a 5 anni e 4 mesi per l’omicidio di Marta Russo avvenuto il 9 maggio del 1997 all’universita’ La Sapienza, commenta la decisione del marito di dimettersi dalla supplenza alla cattedra di Storia e Filosofia nell’istituto romano, dove studio’ anche Marta Russo, decisione riportata oggi sul Corriere della Sera.

”Ieri mio marito ha incontrato la preside ed ha inviato un fax di dimissioni – conferma Giorgio, anche lei insegnante precaria -. Ora cercheremo di andare avanti in qualche modo, dato che siamo senza un’entrata fissa in casa, anche io sono disoccupata. Abbiamo ricevuto diverse telefonate di sostegno da parte dei genitori degli alunni – sottolinea – ma ormai la situazione era diventata insostenibile”. Giovanni Scattone da settembre insegnava al Liceo Scientifico Cavour, a due passi dal Colosseo, lo stesso dove la studentessa uccisa studio’ prima di iscriversi all’universita’. Una coincidenza che ha fatto molto scalpore la scorsa settimana, con gli alunni di Scattone che hanno sempre difeso il loro insegnante (”e’ un ottimo prof”) ed alcuni docenti che invece non avevano visto di buon occhio la scelta del collega. A prendere posizione era stata anche l’associazione nazionale presidi, che aveva chiesto a Scattone un ”passo indietro”. Ieri la preside del Cavour, Tecla Sannino, ha incontrato Scattone il quale gli ha parlato della decisione di dimettersi, ufficializzata qualche ora dopo tramite un fax. Un paio di giorni fa, sotto il liceo, alcuni studenti di destra avevano esposto uno striscione con scritto ‘Scattone assassino’, ennesimo atto che ha spinto l’ex assistente universitario a lasciare la cattedra.

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