“Confesso che uno dei dolori più grandi è stato immaginare la soddisfazione di questi due boss”. Lo ha detto Roberto Saviano a 24 Mattino di Alessandro Milan su Radio 24. “C’è la soddisfazione – ha detto Saviano a Radio 24 – di aver visto riconosciute le motivazioni delle minacce con l’aggravante mafiosa. Dall’altro lato c’è anche lo stupore di vedere i mandanti Antonio Iovine e Francesco Bidognetti assolti nonostante il documento che il tribunale ha riconosciuto essere una minaccia”. Minacce che, ricorda Saviano, sono state “considerate mafiose per conto del clan ma in senso generico, ecco perché uscendo dall’aula i carabinieri che mi scortano mi dicono ‘eh ma perché hai detto che è un passo in avanti verso la tua libertà? Qua ci sono minacce, è una situazione più complicata’.” Secondo lo scrittore, dopo una sentenza simile la camorra si è rafforzata e “hai la sensazione, in queste ore, di essere più fragile”. Saviano ha detto anche che “Renzi mi ha scritto un messaggio privato. Mi aspettavo di più? Mi aspetto di più non dalle persone, ma dalle istituzioni. Maledizione – ha esclamato Saviano – 10 anni di lotta e neanche un commento dei politici”. Il giudizio sull’azione di governo contro la mafia da parte di Saviano è critico: “Vedo in questo governo come una distrazione, cioè un impegno antimafia preso ma poi sul piano lavorativo, leggi proposte, accolte a metà, grandi dichiarazioni di principio ma poi sul territorio quando si va in Calabria o quando si va in Campania, non è che ci siano iniziative forti. Il problema è che la lotta a queste organizzazioni non la si può fare pensando che sia uno dei problemi, ma “il” problema”. Per Saviano l’Italia è un Paese a cui “non importa nulla” di chi racconta la mafia, “tranne una minoranza virtuosa ed eroica”. Roberto Saviano poi ha ammesso a Radio 24 la sua delusione nei confronti dell’Italia: “Io parto tra poche ore e spero di stare il più lontano possibile. Non è più dato alle mie forze e alle mie energie di stare in questo Paese in queste condizioni. Diventa anche difficile – ha aggiunto – continuare a fare il proprio mestiere, con il ghigno dei boss che io ormai ho stampato negli occhi e chissà tra quanto me lo toglierò”. Lo scrittore di “Gomorra” e “ZeroZeroZero” ha aggiunto, sconsolato: “Forse non avevo capito niente. Avevo creduto che si potesse cambiare qualcosa. Io continuo. Nel senso che non è che questo sia sufficiente per non farmi più scrivere o non farmi più occupare di queste cose, però sicuramente è cambiato qualcosa”.

 

 

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