“Con questo provvedimento andiamo a cassare gli unici due elementi di concretezza inseriti dalla Commissione Giustizia del Senato che rappresentano il presupposto per valutare l’imperizia dei magistrati, ovvero la specificità e l’adeguata motivazione delle sentenze. Non si può proporre un provvedimento di questo tipo che reitera la consuetudine secondo cui i magistrati sono irresponsabili di fronte ai propri errori”. Così il senatore Vincenzo D’Anna, vicepresidente del gruppo Grandi Autonomie e Libertà, intervenendo durante la discussione generale del ddl “Disciplina della responsabilità civile dei magistrati”. “Tutti i professionisti – ha denunciato D’Anna – dovrebbero coniugare libertà con responsabilità, ma questo non vale per i magistrati. Perché? Perché questo ordine che si è fatto potere non è ricondotto al principio di responsabilità? Cosa lo impedisce? La paura della denuncia? Ho già ricevuto qualche avviso obliquo che mi dovrebbe mettere più calmo ma non ho nulla da nascondere e se fossi vittima di qualcosa o di qualcuno restino le parole che pronuncio in quest’Aula: abbiamo la schiena dritta perché siamo senatori della Repubblica italiana e denunciamo questo regime illiberale attraverso il quale chi ci giudica e ci condanna è immune da qualsiasi responsabilità e da qualsiasi atto che ne accerti la serenità, la pacatezza e l’adesione alle norme di diritto alle quali dobbiamo soggiacere tutti quanti. Tra l’assolutismo del Re Sole e le societ à libere e democratiche c’è solo la legge, chi non è sotto la legge è nell’eversione dello Stato e della civile convivenza”.

 

 

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