Nell’ambito dell’inchiesta sono emerse sconcertanti irregolarita’ riguardanti le elezioni amministrative a Casal di Principe del 2008 e del 2010. Nel 2007, in particolare, grazie a falsi documenti procurati con la complicita’ di dipendenti comunali, esponenti del clan dei casalesi si sostituirono a certe tipologie di iscritti – come i malati di mente, persone molto anziane, che vivevano lontano dal comune o appartenenti ai testimoni di Geova che, per scelta, non esercitano il diritto di voto – depositando le schede elettorali al loro posto.
In occasione della tornata elettorale del 2010, si sono registrati, secondo la Procura, ”intimidazioni, corruzioni, indebite pressioni, brogli” e, in un caso, addirittura minacce di morte: il boss Demetrio Corvino, armato di pistola, obbligo’ un uomo a salire in auto e lo minaccio’, dicendogli che se suo fratello non avesse smesso di parlare con una giornalista, gli avrebbe fatto del male. Sempre nel 2010, venne utilizzato il meccanismo della scheda ballerina, che ha dato il nome all’operazione: i sostenitori del candidato a sindaco Antonio Corvino, dovevano portare all’esterno dei seggi una scheda elettorale in bianco che, dopo essere stata contrassegnata con il voto di preferenza, veniva consegnata a un altro elettore, il quale la inseriva nell’urna. Quest’ultimo, a sua volta, portava fuori dal seggio la scheda da votare che gli era stata legittimamente consegnata dagli addetti alle sezioni per l’esercizio del voto, reiterando il meccanismo.