Situazione insostenibile. E’ arrivata ormai al limite l’esasperazione degli operatori sociali dell’ambito C4 (ex C6) di Piedimonte Matese, che sono in attesa delle spettanze lavorative da più di 12 mesi, nonostante l’impegno profuso dal Comune Capofila e dagli amministratori del territorio matesino che hanno più volte portato le loro rimostranze alla regione Campania, strappando promesse che, alla prova dei fatti sono state più volte e continuamente disattese, anche nei confronti della stessa Prefettura che ad agosto si era fatta carico di interagire con la Regione. Adesso il rischio reale è quello di un collasso dei servizi. Sulla questione è intervenuto l’assessore provinciale all’Agricoltura e vicesindaco di Caiazzo Stefano Giaquinto che ha ricordato “che il servizio garantito dagli operatori è rivolto alle fasce deboli della popolazione: anziani e persone e che necessitano di assistenza domiciliare, un servizio necessario e che non può essere sospeso. In tale contesto è encomiabile il comportamento degli operatori che pur senza ricevere le spettanze stanno garantendo il servizio a proprie spese dimostrando grande senso di responsabilità nei confronti degli assistiti ed alla comunità locale, a differenze delle istituzioni regionali troppo spesse lontane dalla realtà territoriale. L’ambito C4 – continua Giaquinto – copre un’area di 32 comuni in un territorio già svantaggiato per la mancanza di servizi. Adesso occorre chiarezza, perché la verità è che dopo la beffa del decreto regionale 35 che avrebbe dovuto sbloccare i fondi non solo per il pagamento dei servizi per gli ambiti sociali, l’approvazione del rendiconto 2013, il raggiungimento del tetto di spesa ed il patto di stabilità hanno di fatto azzerato le possibilità di pagamento. Adesso tocca alla Regione fare chiarezza, assumersi le proprie responsabilità, in primis nei confronti degli assistiti e poi degli operatori sociali delle loro famiglie, e dare una risposta che sia anche un segnale di speranza per tutti quelli che attendono le loro spettanze. I sindaci del territorio – conclude Giaquinto – stanno versando le loro quote e facendo, mi auspico, il loro dovere che consentirà forse di pagare qualche mensilità ma la parte sostanziale in questa vicenda spetta alla Regione. Fornire servizi essenziali in ambito sociale e garantire i giusti emolumenti agli operatori sono doveri ai quali le istituzioni non possono sottrarsi”.

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