Piedimonte Matese- Da un parco regionale interprovinciale ad uno, nazionale, interregionale? Unire, sul piano della “politica ambientale”, i due versanti, campano e matesino, tramite l’istituzione del parco nazionale, del Matese. E’ questo l’obiettivo molto ambizioso messo in campo da Legambiente che ha avviato una serie di iniziative preliminari con incontri e dibattiti nell’area molisana e quella matesina ora parco regionale. L’esperienza sostanzialmente “fallimentare” dell’area protetta casertano-sannita non poteva occupare spazio nel confronto a più voci che si è svolto nei locali della biblioteca comunale “A.Sanseverino”. Un rilancio, in scala grande, verso la prospettiva tutta da costruire del parco nazionale campano-molisano ma anche la necessità di misurarsi con le enormi difficoltà, le aspettative deluse, le realizzazioni ottenute dalla nascita del parco regionale. Si perché l’incontro è stata occasione di bilanci oltre che di messa a punto di nuovi obiettivi programmati. Presenti pochi sindaci e rappresentanti delle associazioni di categoria a conferma della ancora scarsa “legittimazione” sociale dell’istituzione intercomunale( basti pensare che nel corso del dibattito sulla crisi delle aree interne il tema del parco non è stato nemmeno sfiorato). Ad aprire l’assessore all’ambiente Costantino Leuci che ha accennato all’idea forte del parco nazionale ma anche richiamato le difficoltà di vita del vigente parco regionale e Bernarda De Girolamo (“è un’operazione, quella di stare insieme con il Molise, con grandi vantaggi per il territorio”. L’introduzione è stata svolta da Nando Pirro tra gli animatori-fondatori del circolo di Legambiente, nel Matese, che quest’anno festeggia il ventennale, associazione tra i promotori del parco regionale : orgogliosi di riprendere il discorso evidenziando le criticità ma anche la costanza, lungimiranza dell’idea. “Oggi si è bravi a dire di no, noi diciamo dei sì rilevando il carattere propositivo dell’ipotesi parco nazionale. Noi puntiamo molto su questi territorio interni dell’Appennino che altri ritengono a perdere- ha dichiarato Nicoletti, responsabile nazionale aree protette e puntiamo sui parchi come strumenti più efficaci di conservazione della biodiversità e di sviluppo ecosostenibile nella nuova geografia istituzionale con la soppressione delle province ” ha aggiunto richiamando l’importanza dei parchi anche in chiave anti dissesto idrogeologico e per la promozione di prodotti agroalimentari e turistici. Nicoletti ha aggiornato su una serie di passi ed iniziative anche del mondo politico-istituzionale, aprendo il discorso nel Molise non senza oscillazioni e reticenze a livello politico –ha messo in rilievo :” occorre andare verso una consapevole scelta di parco nazionale e questi sono i primi passi l’inizio di un percorso che non sarà facile”. Pasquale Raia ha ricordata il grande valore di biodiversità dell’area matesina ( tra gli esempi più significativi di fauna migratoria) tra i motivi per spingere verso un parco “omogeneo” anche sul piano gestionale e non solo geo-naturalistico ma ha anche fatto riferimento alle aspettative, deluse, accese dalla nascita dei parchi (nazionali, regionali e siti naturalistici) specie per il venir meno di strumenti a disposizione( risorse, personale etc) . L’esperienza del parco nazionale del Vesuvio è stata spiegata da Pasquale Giuliano : anche qui si è riscontrato un affievolimento di entusiasmo rispetto al periodo iniziale ha detto Giuliano mettendo in evidenza la specificità dal parco vulcanico(“un’isola in una immensa area metropolitana”). Ne ha sottolineato le difficoltà specie nell’attuale fase di crisi ma anche le opportunità legate al “marchio” Vesuvio:” quella dei parchi è una sfida ancora da raccogliere”.

Michele Martuscelli

 

 

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