‘Ci sono io qui dentro, non sfondate la porta”. Dopo quattro anni è finita così la latitanza di Anna Zaino, ritenuta vicina al clan ‘Cocozza’ attivo nel rione Traiano di Napoli. I carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Napoli la cercavano da quattro anni e la hanno localizzata e arrestata oggi in un’abitazione del quartiere di Soccavo. La donna è rimasta in silenzio fino all’arrivo dei vigili del fuoco chiamati dai militari per sfondare la porta blindata dell’appartamento, ma poco prima di far partire i ‘flex’ per tagliare le cerniere d’acciaio, da dentro l’appartamento si è sentita Anna Zaino dire: ”Non sfondate”. Sulla latitante pendeva un ordine di carcerazione del tribunale di Napoli per una condanna a sei anni di reclusione per estorsione e usura aggravate dal metodo mafioso. Anna Zaino non si era mai spostata dal quartiere di residenza, Soccavo, periferia orientale di Napoli durante i quattro anni di latitanza. Nell’ edificio di via Tertulliano, dove stamattina hanno fatto irruzione i carabinieri, c’ era la sua abitazione, che la donna teneva in stato di abbandono per simulare la sua assenza. Nello stesso edificio c’ era un’ abitazione di parenti alla quale si appoggiava. La Zaino è moglie di Salvatore Izzo, ritenuto un elemento di spicco del clan Cocozza, attualmente detenuto, e fruiva dell’ appoggio logistico del clan. All’ arrivo dei carabinieri, la donna, che è ricercata per un condanna a 6 anni per usura ed estorsione aggravate dal metodo mafioso, inizialmente non ha risposto. I militari, però, erano certi della sua presenza in casa ed hanno fatto intervenire i Vigili del Fuoco. Quando ha capito che la porta dell’ abitazione stava per essere demolita, Anna Zaino ha aperto e si è consegnata ai militari.

 

 

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