Cartelle pazze della Tari, il rischio di ritrovarsi da domani (martedì 9 dicembre) lunghe e caotiche file all’ufficio tributi di Corso Lucci sta per trasformarsi in certezza. Il 31 dicembre infatti scade la seconda rata della Tari (tassa sui rifiuti). E sono oltre 50mila le cartelle che risultano sbagliate e che sono state emesse. Il 14% rispetto ai contribuenti, che sono circa 380mila, dei quali 320mila nuclei familiari e 60mila aziende. Per correggere gli importi bisogna però rivolgersi agli uffici. Al telefono dell’ufficio tributi rispondono solo due operatori, che possono portare a termine un numero limitato di operazioni al giorno. Dopo otto squilli le telefonate passano quindi al centralino di Palazzo San Giacomo, dove gli operatori smistano nuovamente le telefonate al Corso Lucci. Insomma c’è un rimpallo senza fine. C’è poi il numero di fax che viene usato per inviare i «moduli di autotutela», in sostanza quelli che denunciano i cambi di residenza. Adesso comunque Palazzo San Giacomo sta pensando a potenziare il centralino trasformandolo in contact center con operatori formati. E sul fronte arretatri i ricorsi sono già 80mila per cartelle pazze della tassa sui rifiuti, denominata Tari o Tares o Tarsu, a seconda della data di emissione dell’avviso sbagliato.

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