Morire di cancro per colpa di una protesi al seno piena di silicone è possibile. Ed in Francia un nuovo caso di una donna deceduta dopo aver portato per anni la protesi difettosa fa crescere l’allarme sanitario. Un’inchiesta per omicidio colposo è stata aperta dalla procura di Marsiglia. La donna era residente nel Gers, nel sud della Francia, ed è stata la madre a denunciare ora il suo decesso.

Allo stesso tempo, a Parigi, l’Agenzia di sicurezza sanitaria Afssaps, ha annunciato un caso di cancro di un’altra donna, anche lei operata al seno ed ora in cura. Entrambe portavano le protesi fabbricate dal 2001 dalla Poly implant prothese di La Seyne-sur-Mer, nel sud della Francia. La frode è venuta a galla nel marzo del 2010, quando l’Afssaps ha scoperto che le protesi in questione tendevano a scoppiare il doppio delle volte rispetto ad altre. E’ emerso dunque che la Pip utilizzava un silicone ad uso industriale, e non medico, di quelli per sigillare le fessure dei rubinetti e delle docce.

Il prodotto è stato quindi ritirato dal mercato. Ma nel frattempo si pensa che almeno 30 mila donne siano state operate, in Francia e all’estero. L’80% delle protesi fabbricate dalla Pip venivano esportate. Questi ultimi due casi seguono quello denunciato appena un paio di settimane fa a Marsiglia, dove Edwige Ligoneche, di 53 anni, è morta per le complicazioni di un linfoma al seno che si é infiammato a contatto con la protesi mammaria. Il legame tra il cancro ed il silicone, che si era sparso nel corpo dopo che la protesi si era bucata, è stato accertato dai professori dell’Istituto Paoli Calmettes di Marsiglia, specializzato nella lotta contro il cancro. E’ stato il primo decesso registrato a più di un anno dallo scandalo che ha messo in allarme la Francia. Per ora però solo 2.172 denunce sono state registrate, ma la preoccupazione cresce tra le donne. In centinaia saranno mercoledì 14 a manifestare davanti al ministero della Sanità, a Parigi, per chiedere alle autorità di interessarsi del loro caso. Delle loro vite a rischio.

L’Associazione delle vittime delle Pip vuole chiedere al ministro della Sanità, Xavier Bertrand, il rimborso di tutte le operazioni per ritirare le protesi. Per ora, solo le donne che hanno fatto ricorso alla chirurgia per ricostruire il seno dopo l’asportazione di un tumore hanno diritto al rimborso. Non quelle, e sono numerose, che lo hanno fatto per motivi estetici. Le operazioni, fa notare l’associazione, costano ta i 1.500 ed i 2.000 euro. Intanto l’Afssaps ha rilanciato l’appello a tutte le donne che si sono operate in passato di farsi ritirare al più presto le protesi. Ha anche pubblicato sul suo sito internet un messaggio rivolto ai chirurghi perché moltiplichino i controlli preventivi sulle loro pazienti, anche se non si manifestano particolari complicazioni.

 

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