La nostra Provincia dovrebbe caratterizzarsi di discussioni politiche concrete, che vedano al centro i cittadini di questa terra e poi i tanti elettori, iscritti, militanti del Partito Democratico ma in queste settimane è avvenuto tutto e il contrario di tutto. La vicenda Asi non me ne vogliano i dirigenti e non di questo partito è solo ed esclusivamente un pretesto per indebolire il coraggio necessario nelle scelte di cambiamento. Un pretesto difendere posizioni personali e gruppi di appartenenza che anni si confrontano sulle posizioni personali e non su una differente visione delle cose e del partito stesso. Legalità, moralità, trasparenza e condivisione. Le parole sbandierate un po’ così per darsi un senso, per darsi una purezza e per darsi un tono aulico , per cercare di mascherare con intelligenza e furbizia la propria sofferenza personale per la mancata possibilità di uno spazio di gestione. Eppure non ho visto questo partito elaborare documenti contro il patto del Nazareno, non ho percepito un dissenso così forte dinnanzi alla collaborazione sulle riforme con il Sen. Verdini , non ho visto indignazione dinnanzi ad un accordo “romano” sull’ingresso dell’on. Oliviero. L’assemblea di sabato ha visto, a mio avviso, ancora una volta umiliati iscritti, militanti, amministratori e delegati. Che senso ha lasciare circa centocinquanta persone discutere in una sala se a pochi metri i “vertici”, le “istituzioni” di questo partito senza ascoltare nessuna di quelle parole si assume la titolarità di scegliere il destino del nostro partito!? Ed è per questo motivo che ho preferito abbandonare la sala in cui non si stava discutendo di cosa si fosse sbagliato e cosa si doveva fare ma semplicemente vi era una lotta tra “clan” pronti ad applaudirsi a vicenda nonostante in questi mesi avessero professato una profonda diversità di idee e metodi. Ho riascoltato con attenzione i video degli interventi e ho dovuto capire che le parole “unità” e “senso di Responsabilità” sono spesso usate per velare la prepotenza e l’irresponsabilità. Una frase mi ha lasciato perplesso : “molla l’osso”; Se l’udito non mi tradisce ad esclamare ciò è l’ex Segretario Provinciale, che aveva terminato la sua esperienza nel peggiore dei modi e che solo un anno fa sentiva il bisogno di rinnovamento vero e radicato. Ma su quel “molla l’osso” dovremmo fare una riflessione seria. Se oggi esiste qualcuno che crede che il PD sia un qualcosa da spolpare , se vi è qualcuno che crede che sia un osso da mordere e tenere tutto per se, se qualcuno ha questa visione delle cose non è vero che il Segretario Vitale sta operando male anzi, sta proseguendo e attuando quel rinnovamento della classe dirigente che necessariamente comporta il subire di questi atteggiamenti. Ad insegnarlo è la storia dei cambiamenti. Al mio Segretario Vitale però voglio chiedere di più. Segretario dia voce ai territori, agli amministratori, ai sindaci, agli iscritti e ai militanti. Non sia ostaggio di piccoli detentori di quote di delegati e tessere, assuma scelte coraggiose ma soprattutto scelte di rottura rispetto al passato. Un Segretario, Sindaco e Giovane deve assumersi anche la responsabilità di creare nuova classe dirigente e non limitare la struttura ma soprattutto l’interlocuzione ai “capo clan”. Si ricordi che la Segreteria è nominata da lei e non si fanno documenti di sfiducia da parte di chi è fiduciario ma in linea di massima, laddove esistono un po’ di competenze e responsabilità ci si dimette da essa. Non abbia paura di dire sempre le cose come stanno, per fortuna un anno dopo a sostenerla ci sono ancora tantissime persone che non solo non accettano lezioni di moralità e legalità da nessuno ma soprattutto da persone che voglio guidare i processi del cambiamento, Regione Campania compresa. E molti cittadini ai protagonisti delle sceneggiate di sabato non solo non affiderebbero mai il governo della Regione ma forse neanche quello del proprio condominio.
Pasquale Fiorenzano, Presidente Provinciale dei Giovani Democratici.