Appena arrivate le dimissioni dell’ormai ex sindaco Liguori, il paese si è spaccato ancora una volta: guelfi contro ghibellini. Pronti gli schieramenti, l’uno di fronte all’altro li divideva soltanto una piccola stradina, ed ecco che inizia la battaglia. Da un lato i guelfi, che con tutte le forze, speravano e chiedevano a gran voce di ritirare le dimissioni per il bene del paese. Dall’altro lato invece, i ghibellini, che delusi dalla scorsa tornata amministrativa, festeggiavano, con stappi di vino asprinio e varie mangiate, la resa del nemico. I guelfi composti dal gruppo di maggioranza con il supporto di una parte del popolo, che mettendoci la faccia in un’operazione mai avvenuta in precedenza, aveva ancora voglia di sostenere il sindaco a continuare quel percorso amministrativo iniziato due anni fa, col solo scopo di riparare le casse comunali. I ghibellini, invece, composti per lo più dai delusi della scorsa tornata amministrativa e da chi per quindici anni ha avuto tra le mani il timone di questa piccola barca, più volte urtata su rocce appuntite e riparata con un sottile strato di nylon. Ora ci ritroviamo una barca dove inizia ad entrare acqua, il nylon è finito, abbiamo un bisogno urgente di legna. Affidare il timone di questa barca di nuovo ai ghibellini, sarebbe come ridare il posto di guida a Schettino. Tutto questo sembra strano ma purtroppo è la verità. Attenzione soltanto a non farci ingannare dai soliti sepolcri imbiancati, ruggiranno come tigri di carta, e con la loro arroganza e bassezza d’animo cercheranno di trasformare la realtà, offuscare le coscienze, rendere cieco il nostro giudizio, e soprattutto, farci dimenticare il passato. Sono tante le cose che si possono fare per il nostro paese, piccole e grandi cose che permetterebbero a questo paese di risollevarsi. D’altro canto, ci sono i tantissimi errori fatti in passato che difficilmente lasceremo nel dimenticatoio. Noi, non dimentichiamo. Questa barca ha bisogno dell’aiuto di tutti noi.
Eugenio Oliva, un giovane come tanti