Il conto alla rovescia è già partito. E il 10 gennaio, giorno dell’assemblea provinciale del Pd casertano, è ormai alle porte. Allora bisogna studiare le contromosse per affrontare la sfida all’ultimo sangue con i dissidenti. La cordata che sostiene Raffaele Vitale ha tenuto un incontro in una saletta del Jolly Hotel a Caserta. Presenti, tra gli altri, Stefano Graziano, Camilla Sgambato, Marco Villano, Pasquale Stellato, Nicola Tamburrino, Carlo Corino, Antonella Palermo, Gennaro Falco e Rachele Serao. A presiedere i lavori il segretario facente finzione sulla cui testa pende la mozione di sfiducia firmata da 187 componenti dell’assemblea. Al Jolly Hotel ha fatto capolino anche Biagio Lusini, sindaco di Teverola, eletto tra le polemiche nel Cda dell’Asi. Una presenza sorprendente che ha il sapore di uno schiaffo a Rosaria Capacchione e ai delegati che votarono, lo scorso 20 dicembre, la mozione della senatrice in cui si chiedeva il ritiro dal Consorzio dei nomi indicati dal partito. Ma Lusini, senza alcun imbarazzo, ha partecipato alla riunione seduto accanto al sindaco di San Tammaro Emiddio Cimmino. Eppure il primo cittadino di Teverola fu bruscamente cacciato dal Novotel, dove era in corso l’ultima assemblea, su esplicita richiesta della Capacchione. “Se resta lui me ne vado io”, tuonò la senatrice. Che fu subito esaudita. E Lusini fu invitato ad alzare i tacchi e costretto ad andare via non solo dalla platea ma dell’albergo, così come aveva preteso Capacchione. Finora però Lusini non solo non si è dimesso dall’Asi, ma addirittura partecipa anche agli incontri di una parte del Pd. Insomma, il deliberato votato in assemblea è rimasto carta straccia. Non a caso molti dei big dei Democrat hanno chiesto l’intervento di Matteo Renzi, con un documento inviato a Roma lo scorso 29 dicembre, e hanno proposto al presidente Enzo Cappello l’integrazione dell’ordine del giorno dell’assemblea del 10 gennaio per denunciare proprio la mancata attuazione della decisione assunta all’unanimità dai delegati. Ma Vitale e company, dopo aver votato la mozione Capacchione, sconfessando se stessi, hanno fatto orecchie da mercante. E nella riunione al Jolly Hotel hanno rivendicato di nuovo, con un’altra giravolta, le scelte effettuate sull’Asi. Come se non bastasse alla presenza di Lusini. Chissà la Capacchione come la prenderà.
Mario De Michele