“É un passaggio obbligato conseguente all’avviso di chiusura indagini notificato lo scorso mese di novembre”. Così Stefano Montone, insieme ad Agostino De Caro avvocato di Nicola Cosentino, ha commentato la richiesta di rinvio a giudizio della Procura della Repubblica di Napoli nei confronti di Nicola Cosentino e dei fratelli Giovanni e Antonio (i primi due in carcere, il terzo ai domiciliari, ndr) indagati, insieme ad altre persone, per i reati di estorsione e illecita concorrenza con l’aggravante di aver agito per agevolare il clan camorristico dei Casalesi in relazione alla gestione degli impianti di carburanti di proprietà dei Cosentino. Nella stessa inchiesta sono indagate altre 11 persone, tra cui l’ex prefetto di Caserta Maria Elena Stasi e i fratelli Pasquale e Antonio del boss Michele Zagaria. L’ex sottosegretario fu arrestato il 3 aprile scorso insieme i fratelli. L’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli Giuseppe Borrelli, è stata condotta dai sostituti Fabrizio Vanorio e Sandro D’Alessio, da Francesco Curcio (applicato alla Direzione Nazionale Antimafia) e da Antonello Ardituro (ora al Csm). Secondo gli inquirenti l’ex sottosegretario del Pdl e i fratelli – proprietari di diversi distributori nel Casertano – approfittando dei propri contatti con il clan dei Casalesi avrebbero costretto il Comune di Casal di Principe e la Regione Campania a compiere attimi illegittimi “per impedire o rallentare la creazione di altri impianti da parte di società concorrenti”. Il tutto per avvantaggiare le società di famiglia: l’Aversana Petroli, l’Aversana Gas e l’Ip Service. A far partire le indagini le dichiarazioni di Luigi Gallo, titolare di una stazione di servizio in costruzione a Villa di Briano. La data dell’udienza che si terrà a Napoli non è stata ancora fissata.