La chitarra di Antonio Onorato e la voce Massimo De Vitis dei Neri per Caso, protagonisti del concerto di venerdì 16 gennaio al Moro di Cava de Tirreni (inizio ore 21,30, info e prenotazioni: 3403939561) dal titolo “Crossover”. Compositore e chitarrista eclettico, il napoletano Antonio Onorato ha una carriera artistica ventennale di grande rilievo nel mondo del Jazz; è uno dei pochi jazzisti italiani che ha tenuto un proprio concerto al Blue Note di New York, tempio storico del jazz internazionale. Studioso di etnomusicologia, la sua ricerca si basa sulla fusione degli stilemi armonico-melodici del linguaggio della cultura napoletana con la musica afro-americana, medio-orientale e brasiliana che lo hanno portato ad individuare un linguaggio del tutto personale. Tra i suoi lavori discografici, ve ne sono alcuni di contaminazione con la cultura africana, altri con la cultura brasiliana, medio-orientale e con quella dei Nativi americani. Alcune delle tappe che hanno contribuito certamente alla sua crescita artistica e umana, sono i concerti in America, terra del Jazz; ai contatti che ha avuto con il grande popolo dei Nativi Americani, di cui ne segue da sempre i princìpi e la visione del mondo; a quelli in Brasile, alla collaborazione con il chitarrista Toninho Horta, definito da Tom Jobim “Il re dell’Armonia”. Massimo de Divitiis è noto al grande pubblico come la voce black dei Neri Per Caso, gruppo a cappella che divenne famoso vincendo il Festival di San Remo tra le nuove proposte nel 1995 con il brano ‘Le ragazze’. L’album ha ottenuto in seguito con 6 dischi di platino. Con il loro secondo disco, Strumenti, il gruppo ripeté l’esperienza del Festival, giungendo al quinto posto tra i Big. Nel 2008 è uscito l’ album, intitolato Angoli diversi, prodotto da Tullio Mattone e con la partecipazione di undici importanti nomi della musica italiana (Mango, Lucio Dalla, Luca Carboni, Samuele Bersani, i Pooh, Claudio Baglioni e Gino Paoli) Nel 2013 ha intrapreso la sua carriera da solista dando vita insieme al chitarrista Antonio Onorato al progetto ‘Crossover’. I due daranno vita ad un live in cui il jazz incontrerà la musica dei Beatles e di James Taylor, con la presentazione dei nuovi brani del cantante salernitano che è al lavoro per il primo disco da solista. “Tutto nasce proprio dai Beatles” – dice De Vitis – “Che hanno decretato la nascita della musica moderna, contagiando, l’intero panorama internazionale. Questo progetto Crossover, dunque, nasce dalla loro verve embrionale. Antonio Onorato non lo scopro certamente io è un artista completo, un grandissimo chitarrista di jazz, un compositore eclettico dotato di una creatività davvero unica. Io, all’inizio della mia carriera, coltivavo interessi correlati alla fusion ed al jazz-rock e dif atto ritorno un pò lì. La musica di oggi subisce una grande omologazione. Credo pertanto che per un musicista sia importante creare commistioni fra generi diversi e dar vita a qualcosa che possa avere un senso, proprio come facciamo io e Antonio: due linguaggi diversi che si intrecciano per creare un qualcosa di nuovo. A breve uscirà il mio primo album da solista, al quale ha partecipato, il mio compagno di palco Antonio Onorato. E’ un disco molto variegato, corredato da brani acustici, jazz e country. In realtà ho cercato di dar vita ad un connubio tra le mie influenze musicali e le mie radici. Non mi sono lasciato condizionare da nulla. In questi anni ho scritto molte canzoni. Così ho scelto una rosa di pezzi e sono entrato in studio con i musicisti. Ho cercato di realizzare un lavoro che rispecchiasse totalmente le mie sensazioni. Non ho pensato né al mercato, né alle tendenze del momento. Nell’album, infatti, ci sono anche dei brani in lingua napoletana. La mia avventura con i Neri per Caso, comunque sia, continuerà. Abbiamo in cantiere diversi progetti, anche se non siamo ancora entrati in studio. Per il momento, quindi, dopo venti anni di onorata carriera insieme alla band, ho pensato di dare spazio a nuove idee”. “Il Crossover rappresenta la mia visione della vita”- aggiunge Onorato – ” dell’arte e della musica. Non credo che la musica possa essere suddivisa in generi diversi. Io sono uno spirito libero. E’ musica tanto una sinfonia, quanto un ritmo tribale africano o una canzone. Adoro dar vita ad una sorta di crossover tra i vari generi musicali e culturali, anche se cerco sempre di conservare le mie radici. Si può suonare un pezzo dei Beatles o di James Taylor, ma quel che conta è farlo con il proprio spirito. Cerco, quindi, di essere sempre me stesso, di rispettare il mio retaggio culturale. E credo che, per un artista, questo sia fondamentale”.