“Sergio Orsi mi disse che ogni mese dava 50mila euro a Nicola Cosentino, ma in un secondo momento mi disse che i pagamenti erano trimestrali e ammontavano a circa 200mila euro. I soldi venivano dati indirettamente al politico attraverso fatture false o gonfiate emesse dall’azienda (l’Aversana Petroli, ndr) di Giovanni Cosentino, fratello di Nicola, che riforniva l’Eco4 di gasolio”. E’ quanto ha dichiarato il collaboratore di giustizia del clan dei Casalesi Giuseppe Valente durante l’udienza del processo Eco4. Valente ha raccontato che “ogni mese i mezzi per la raccolta consumavano gasolio per quasi 100 mila euro”. L’Aversana Petroli è l’azienda della famiglia del politico finita nell’inchiesta della Dda di Napoli per i reati di estorsione e illecita concorrenza con l’aggravante mafiosa che ha portato Nicola Cosentino in carcere nell’aprile del 2014; l’ex deputato è tuttora nella casa circondariale di Secondigliano mentre il fratello Giovanni, anche lui arrestato otto mesi fa, proprio ieri è stato scarcerato e posto ai domiciliari; tale misura riguarda anche un terzo fratello, Antonio Cosentino. Durante l’udienza di oggi Valente ha ricordato anche le persone assunte su input di Cosentino nel Consorzio Caserta4, come l’ex sindaco di Casal di Principe Francesco Goglia, che divenne vice direttore generale dell’ente, Emilia Tarantino, moglie dell’attuale sindaco di Capua Carmine Antropoli, assunta senza concorso all’ufficio legale non per patrocinare il Consorzio, ma per tenere i rapporti con legali esterni cui venivano date le consulenze. “Per loro la retribuzione – spiega Valente – si aggirava sui 3000 euro”. C’era poi Giovanni Cosentino, parente di Nicola, assunto nell’ufficio contabilità. “Nella società mista Eco4 – ricorda ancora Valente – furono invece assunti sempre su pressione di Cosentino i nipoti del cardinale Crescenzio Sepe, poco dopo uno dei due fu trasferito al Consorzio”. L’esame, che già ha occupato sette udienze, è stato sospeso e proseguirà il prossimo 29 gennaio.