Non si è ancora chiusa nel Pd casertano la partita sulla mozione di sfiducia a Raffaele Vitale. Il segretario facente finzione ha superato lo scoglio per soli 4-5 voti. E per i firmatari del documento contro il sindaco di Parete di fatto lui non rappresenta più la maggioranza del partito. Per rafforzare questa posizione i ribelli sono pronti rivolgersi a un notaio. In queste ore si stanno infatti mobilitando (Dario Abbate in primis) per mettere assieme una quindicina di delegati che, per motivi personali o di lavoro, non parteciparono all’assembla provinciale del 10 gennaio. L’obiettivo è quello di fare firmare agli assenti una dichiarazione di voto a favore della sfiducia alla presenza di un notaio. Il significato dell’iniziativa, voluta in particolare da Nicola Caputo, è ovviamente di tipo politico. Ai fini dell’esito della votazione non cambierebbe nulla. Il facente finzione resterebbe in carica. Ma, come ha sempre detto l’europarlamentare, ribadendolo anche ai microfoni di Campania Notizie, emergerebbe con tutta evidenza che Vitale è un segretario di minoranza. E non solo. La sua caparbietà a non mollare la poltrona apparirebbe sempre più come un intralcio a qualsiasi percorso unitario. La pattuglia dei delegati assenti si potrebbe recare dal notaio già entro questo fine settimana, al massino entro l’inizio della prossima. Salvo un contrordine. I dissidenti, infatti, hanno ancora le idee confuse sulle mosse da fare dopo la bocciatura, seppure di un soffio, della mozione. O meglio, non tutti perseguono lo stesso obiettivo con una condotta chiara e trasparente. Non a caso tra i firmatari della lettera sottoscritta oggi da Franco De Michele, Luigi Munno, Vito Marotta, Silvio Sasso, Raffaella Zagaria, Dario Abbate, Rosida Baia, Dionigi Magliulo, Angelo Raucci, Peppe Roseto, Enrico Tresca, manca il nome di Enzo Cappello. Che si sa ha sempre due piedi in una scarpa. E si affida alla proverbiale politica dei due forni di andreottiana memoria. Il sindaco di Piedimonte Matese, da un lato dice di voler mandare a casa Vitale, dall’altro ha fatto orecchie da mercante rispetto alla richiesta coerente di Caputo di dimettersi dalla carica di presidente provinciale del partito. Se bisogna ripartire da zero, come dicono i rivoltosi, bisogna azzerare tutto e tutti. Cappello inizi a dare il buon esempio. E per una volta in vita sua rinunci a una poltrona.

Mario De Michele

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