Un documento durissimo. Sottoscritto dai principali rappresentanti istituzionali e politici del Pd casertano per denunciare ancora una volta le “scelte inaccettabili e poco nobili” del segretario provinciale Raffaele Vitale e dei suoi supporter. Nel giorno della conferenza programmatica indetta dal sindaco di Parete, i dissidenti ritonano alla carica. Il tema cruciale è sempre lo stesso: la vicenda Asi. E stavolta, a differenza del precedente documento, i toni sono al veleno. La lettera è indirizzata al segretario regionale Assunta Tartaglione. A lei viene  chiesto di porre in essere “le azioni, le valutazioni ed eventualmente le interdizioni utili a restituire l’agibilità del Partito quale luogo di libera e fruttuosa discussione attraverso l’attuazione del deliberato assembleare, e ad impedire che si compiano strumentalizzazioni del Partito Democratico per fini propri nemmeno tanto nobili”. Ecco il ducmento integrale firmato da Pina Picierno, Rosaria Capacchione, Nicola Caputo, Lucia Esposito, Vito Marotta, Dario Abbate, Luigi Munno, Dionigi Magliulo, Rosida Baia, Franco De Michele, Peppe Roseto, Enrico Tresca e Raffaella Zagaria, Gianluca Pascarella e Silvio Sasso.

“Come’è noto dalle cronache e dalla conoscenza dei fatti reali il Partito Democratico della Provincia di Caserta attraversa una fase di tensione e smarrimento a causa della elitaria ed irresponsabile gestione del suo Segretario – Raffaele Vitale – che dopo un lungo periodo di assenza ha deciso di mettere la sua faccia e quella del Partito al servizio di intese trasversali e discutibili. Un’azione testardamente perseguita nonostante il pubblico dissenso della Segreteria Provinciale e compiuta nell’interesse di qualche isolato dirigente pronto a tutto pur di uscire dalla condizione di “non istituzionale” in cui la base del Partito lo ha precipitato. Il riferimento è all’accordo siglato da Vitale in solitudine, a partire dall’ASI, con quel che resta del centrodestra di cosentiniana memoria e con altri spezzoni di quella infelice stagione che incredibilmente stenta a chiudersi. Nel dettaglio l’accordo in questione è quello stretto ad inizio dicembre con la inopportuna designazione all’ASI – in nome del PD – di personaggi politici più volte indicati nei verbali dei pentiti di camorra. Nelle more di tali avvenimenti –che hanno determinato tra l’altro un ampio dissenso nell’elettorato democratico e il pronunciamento di estraneità della Segreteria Provinciale e di quella Regionale del Partito – l’Assemblea del PD di Caserta, riunita d’urgenza il 20 dicembre scorso, approvava all’unanimità, con il voto favorevole dello stesso Vitale, una mozione proposta dalla Senatrice Capacchione – autorevole membro della Commissione Parlamentare Antimafia – in cui si impegnava il Segretario a rinunciare all’intesa con il centrodestra e a ritirare la delegazione indicata dal PD all’ASI. Ma a dispetto del pronunciamento unanime dell’Assemblea, Vitale, al contrario, piuttosto che dar corso alla volontà della massima Assise democratica casertana si preoccupava di legittimare le scelte da lui fatte costruendo, in occasione del brindisi di fine anno, addirittura un momento di evidenza pubblica con i contestatissimi nominati all’ASI. Nell’incredulità più totale la maggioranza dei membri dell’Assemblea Provinciale del PD di Caserta chiedeva allora al Segretario di dar corso alla mozione Capacchione o di dimettersi immediatamente. Ma poi di fronte alla granitica e incomprensibile resistenza del Segretario ad attuare quello che l’intera Assemblea e lui stesso avevano deciso, non restò altro da fare che avanzare una mozione di sfiducia formalmente “non approvata” per soli 3 voti a fronte di poche ore di votazione, di un albo non aggiornato e del fatto che lo stesso Vitale non chiese e non misurò alcuna sua fiducia. Le conclusioni politiche di quel 10 gennaio – da cui il Segretario Vitale usciva indiscutibilmente delegittimato e politicamente sfiduciato – venivano saggiamente riassunte da varie figure Istituzionali e dallo stesso inviato della Segreteria Regionale nella necessità di riunire tutte le parti del PD casertano per ricostruire un Partito sulla base delle volontà espresse nella mozione Capacchione.

Ma di nuovo, l’ineffabile Vitale, procedendo ancora una volta all’opposto avviava invece una serie di attività divisive e provocatorie, eludendo qualunque coinvolgimento e ponendo in essere diversivi confusionari, nel tentativo di dissimulare la sua condizione di sfiduciato nonché di proteggere in interviste pubbliche (pubblicate da Campania Notizie, ndr)l’assetto ASI nonostante il deliberato dell’Assemblea e il suo stesso voto alla mozione Capacchione. Il culmine di tale atteggiamento è però quello del momento attuale. Vitale va da alcune ore convocando, non sappiamo con quale criterio, la conferenza programmatica provinciale. Nonostante la validità dell’iniziativa nelle intenzioni del promotore, che risulta essere la segreteria regionale, dobbiamo purtroppo constatarne la strumentalizzazione da parte del segretario provinciale. Se da un lato sarebbe necessario parlare di sviluppo dell’azione politica del Partito a pochi mesi dalle regionali, tuttavia non si può usare questa argomentazione per evitare ulteriormente di affrontare la questione ASI: Vitale piega anche la conferenza programmatica al malcelato scopo di rinviare una volta di più le azioni che l’intero Partito, preoccupato e schierato contro le designazioni più inopportune che si potessero fare all’ASI, gli ha chiesto di attuare prima di ogni altra cosa. E’’di tutta evidenza che così facendo si assume la responsabilità del fallimento dell’iniziativa, perché non fa nulla per favorire la partecipazione attraverso gli atti che rasserenino il clima teso da egli stesso generato. La malafede e il danno al Partito sono al massimo. E’’evidente che la condotta stravolta, bugiarda, dissimulante, disperata di un segretario delegittimato e sfiduciato porterà gravi conseguenze per il PD di Caserta. Si chiede dunque, di porre in essere le azioni, le valutazioni ed eventualmente le interdizioni utili a restituire l’agibilità del Partito quale luogo di libera e fruttuosa discussione attraverso l’attuazione del deliberato assembleare, e ad impedire che si compiano strumentalizzazioni del Partito Democratico per fini propri nemmeno tanto nobili”.

In una clima del genere solo un folle potrebbe pensare di continuare a gestire il partito come se nulla fosse. Senza farsi sfiorare dall’idea che non ci sono più le condizioni per traccheggiare e tirare a campare. Delle due l’una: o Vitale è fuori dal mondo o fa lo scemo per non andare in guerra. In un caso o nell’altro il risultato non cambia. Il Pd casertano è ormai a pezzi. Lo sta demolendo a picconate. Eppure non molla. E che cazzo.

Mario De Michele

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