”Falso, volutamente falso, costruito ad arte per gettare fango”. L’assessore al Lavoro della Regione Campania, Severino Nappi, risponde sulla sua pagina Facebook alle accuse mosse per le assunzioni a tempo determinato all’Arlas, (Agenzia regionale per il Lavoro) e per la gestione di Garanzia Giovani, e annuncia querele: ”Le accuse mosse dal consigliere Antonio Marciano saranno oggetto di querela da parte dell’assessorato al Lavoro e della mia persona, in quanto la Regione, l’assessore, l’Assessorato e l’Arlas sono del tutto estranei alla procedura di selezione”. Nappi parla di ‘barbarie mediatica’ e di ”malafede politica di qualche consigliere in cerca di un quarto d’ora di celebrità”. L’esponente della Giunta Caldoro spiega come sono andate le cose e dice: ”Questi i fatti, ricostruiti sulla base delle informazioni che mi ha fornito l’Arlas”. L’agenzia che ha gestito il servizio è ”vincitrice di una gara europea, bandita dall’Arlas per conto della Regione Campania e regolarmente conclusa nel 2012 senza alcuna contestazione”. Fu una gara ”decisa a seguito di un’approfondita analisi sulle risorse interne dell’Agenzia e delle Province (centri per l’impiego) e della loro accertata insufficienza a gestire il mercato del lavoro, alla luce delle attività programmate e poi realizzate da questa Giunta”. Le risorse individuate ”sono state richieste all’agenzia quando si è evidenziata la necessità di utilizzo nell’ambito di Garanzia Giovani”. E, per ”far funzionare meglio le cose, si è scelto di creare una task force, tra operatori interni ed esterni”. ”Tutto alla luce del sole”, asserisce Nappi, anche attraverso ”un comunicato stampa diffuso dalla Giunta il giorno 23 dicembre 2014”. La ricerca di personale è avvenuta, inoltre, attraverso finestre per vacancies pubblicate sui siti dell’agenzia stessa. Un modo per rendere pubblica la ricerca e, di conseguenza, ”tutti coloro che ne hanno avuto interesse e in possesso dei requisiti si sono potuti iscrivere, compresi evidentemente eventuali soggetti aventi tessere di partito, non essendo la militanza politica un elemento né includente, né escludente”. Dal racconto di come si è arrivati a quei contratti di sei mesi, somministrati dall’Agenzia vincitrice, ”emerge – per Nappi – che le imprecise informazioni divulgate dal consigliere Antonio Marciano sono dati sensibili, visto che si tratta di nomi e cognomi di persone, acquisiti in piena violazione dei principi di legge vigenti sulla privacy”. In ogni caso, Nappi fa sapere che la documentazione ”è a disposizione di tutti, a partire dalla magistratura e verrà comunque esibita nell’ambito delle azioni giudiziarie che verranno intraprese”. L’assessore scrive di ”stigmatizzare la condotta di chi ha sollevato un polverone mediatico”, cercando di ”associare indebitamente la mia persona a un connubio di bassa politica che non mi appartiene”. “Non abbiamo mai, e sottolineo mai, indicato alcuna persona da assumere all’Arlas o a qualche società interinale. Per cui chiamare in causa un intero Partito per vicende che attengono, al massimo, alla sfera gestionale della Giunta o di una società partecipata della Regione, è alquanto sbagliato. Anzi, anche noi chiediamo che sia fatta piena luce su tutte le assunzioni delle società partecipate (visto che non esiste solo l’Arlas) perché sono davvero tanti i giovani meritevoli della Campania che invocano chiarezza nelle procedure di selezione del personale degli enti collegati”: così in una nota il coordinatore regionale Ncd, Gioacchino Alfano. “Invitiamo quindi il consigliere regionale del Pd Marciano a calibrare il tiro, evitando di tirare per la giacca Ncd che in questa vicenda è assolutamente estraneo. D’altro canto quando proposi il taglio delle società collegate alla Regione, non lessi dichiarazioni di Marciano a sostegno. Comunque non è mai troppo tardi: uniamo le forze e lavoriamo seriamente alla riduzione della spesa”, conclude il coordinatore regionale Ncd a cui risponde immediatamente il consigliere regionale del Pd Antonio Marciano: “Prendo atto che alle questioni di merito da me sollevate non c’è risposta da parte dell’Assessore Regionale al Lavoro Severino Nappi. Non è mai stato in discussione, né tanto meno potrebbe esserlo, la libertà di ciascuno di aderire a qualsivoglia partito politico. Ciò che è in discussione è l’uso della funzione istituzionale e del ruolo politico per carpire consensi elettorali”. “La storia si ripete: avevo già denunciato che, con i decreti dirigenziali 162 e 163 del 30 Aprile 2014, da una long list di oltre 1000 professionisti venivano scelti 6 nominativi per la costituzione di un ‘comitato di pilotaggio del centro sperimentale di sviluppo delle competenze nel settore finanziario assicurativo’ e di un ‘comitato di pilotaggio del centro sperimentale di sviluppo delle competenze nell’area dell’economia del mare e dei trasporti marittimi’. Evidentemente era un’altra coincidenza, in quanto si trattava di consiglieri comunali ed ex sindaci vicini all’area politica dell’assessore. In quel caso, dopo la mia denuncia, la Direzione Generale dell’Assessorato congelò quegli incarichi”, ricorda il consigliere. “L’Assessore Severino Nappi sembra evidentemente infastidito dall’attività ispettiva del Consiglio Regionale, prerogativa riconosciuta per statuto. A questa prerogativa, per rispetto alla mia funzione e ai cittadini della Campania, io non rinuncio. Decida a questo punto l’Assessore in quale ‘Aula’ intende dare risposte ai cittadini e anche ai consiglieri regionali”, conclude Marciano.