Il Pd casertano volta pagina. Per ratificare la nascita della “grande coalizione” si attendeva lo sbarco di Nicola Caputo a Caserta. Ieri l’europarlamentare ha preso l’aereo da Bruxelles per tornare a casa. E oggi ha fatto il punto della situazione con il suo gruppo sul nuovo assetto dei dem di Terra di Lavoro. L’accordo con Stefano Graziano, Peppe Stellato e Carlo Marino ci sarà. Ma Caputo ha posto paletti politici inamovibili: l’unità del partito. Innanzitutto. Il suo ruolo istituzionale e gli apprezzamenti nazionali e internazionali per la sua proficua attività nel Parlamento europeo (è il più produttivo di tutti gli eurodeputati) gli impongono di indossare gli abiti del “padre nobile” del Pd. Vestiti che lui sfoggia volentieri. C’è bisogna di coesione perché l’appuntamento con le elezioni regionali è importante. Troppo. E i Democrat non possono concedersi il lusso di affrontarlo con una guerra interna in corso. Caserta ha l’occasione, anche grazie a lui, di giocare in attacco con un ruolo da titolare fisso nella partita regionale. Non bisogna perdere un altro treno, l’ennesimo, per ridare centralità al Pd di Terra di Lavoro nello scacchiere campano. Ma allo stesso tempo Caputo, coerentemente con la sua posizione (è tra i firmatari della mozione di sfiducia a Raffaele Vitale) vuole anche un vero cambio di passo. Il sindaco di Parete non rischia la decapitazione, almeno fino alle regionali, ma ha fallito, per cui bisogna invertire rotta. Per farlo serve il contributo di coloro i quali perseguono concretamente, non solo a chiacchiere, l’unità del partito. E quindi l’europarlamentare si è fatto carico di aprire il dialogo, nelle prossime ore, con le altre componenti dei dissidenti, anche a costo di perdere spazio (poltrone) nel nuovo assetto del Pd. Porte aperte a Dario Abbate e Lucia Esposito. Presidente del partito continuerà a essere l’imperituro Enzo Cappello. Mentre fuori dai giochi (non per colpa di Caputo) sarebbero Franco De Michele ed Enrico Tresca. In “dolce attesa” di una chiamata è Pina Picierno. Ma la deputata europea non ne azzecca una. Ha un rapporto conflittuale con la politica. E’ un fatto genetico. E quindi non farà parte della nuova squadra di governo del partito. Insomma, Caputo si sta impegnando per trovare una convergenza quanto più ampia possibile. Una vera unità. Da qui l’altro elemento politico posto sul tavolo: la nuova segreteria. Non è problema di posti o di nomi, ha detto ai suoi. Quale idea di partito abbiamo? Come azzerare il gap con i territori? Secondo il deputato europeo su questi temi si deve ragionare per ripartire. Per rilanciare il Pd casertano. L’accordo con Graziano, Stellato e Marino va in questa direzione. Così come il tentativo di “caricarsi” anche la stragrande maggioranza dei ribelli. Se i dissidenti non ne vorranno sapere e resteranno sull’Aventino, la “grande coalizione” si farà lo stesso. Perché in politica contano i numeri e i fatti. Le chiacchiere, prima o poi, se le porta il vento.
Mario De Michele