Dopo il video della settimana scorsa, e una serie di segnalazioni, abbiamo deciso di tornare al Bosco di Capezza. Le segnalazioni che abbiamo ricevuto ci parlavano di una situazione all’interno del perimetro del bosco addirittura più grave di quella che avevamo registrato all’esterno. La zona di cui parliamo è racchiusa tra la via Appia, via Matilde Serao e via delle Azalee. Resti di materiale tessile, probabilmente materiale di risulta di lavorazioni industriali, copertoni di auto, paraurti e rifiuti di ogni genere. Al confine nord-occidentale del bosco, al quale è possibile accedere percorrendo fino in fondo via delle Azalee, si trova, poi, una vera e propria discarica: materiale edile, rifiuti domestici, coperture di solai e addirittura lastre di amianto. Il tutto, a cielo aperto e a pochi passi dal centro Igea e dalla palestra 4Forme. La varietà dei rifiuti sembrano un riassunto molto chiaro delle attività che effettivamente si svolgono nel territorio immediatamente circostante il bosco: edilizia, lavorazione tessile, manutenzione di autovetture. Ne abbiamo parlato con il consigliere comunale Giuseppe Italia che, già a conoscenza della situazione di degrado in cui la zona versa ormai da anni ci ha detto che “sarebbe auspicabile riuscire a requisire la zona per bonificarla e restituirla all’intera cittadinanza. Sarebbe importante salvaguardare l’ultimo vero polmone verde di Sant’Antimo, sottraendolo agli sversamenti, all’incuria e a chi, magari, ha già in mente qualche speculazione edilizia”. Una buona idea- ci dice- potrebbe essere la creazione di un enorme parco con un percorso didattico per bambini e adulti; abbiamo una ricchezza enorme, di una bellezza incredibile ed una fauna eccezionale che così rischia di andare perduta per sempre.
Luca Leva